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Si studia il "tartarone"

12 Febbraio 2013 10:41, di Niki Mazzara
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L'Area Marina Protetta "Isole Egadi" ha promosso per domani e dopo domani a Favignana due giorni di studio scientifico del "tartarone", strumento di p...

L'Area Marina Protetta "Isole Egadi" ha promosso per domani e dopo domani a Favignana due giorni di studio scientifico del "tartarone", strumento di pesca che viene assimilato ad una rete da traino. Alla due giorni parteciperanno i ricercatori designati dal Ministero delle politiche Agricole per l’osservazione del “tartarone” utilizzato dai pescatori delle Isole Egadi, a seguito di una richiesta avanzata dall’Area marina protetta a sostegno della piccola pesca dell’arcipelago. Il programma, presenti ricercatori dell’ISMAR-CNR di Ancona, del Consorzio UNIMAR e del CNR di Mazara, prevede due giorni di lavori, uno a Marettimo e uno a Favignana, con confronto con i pescatori, esame dell’attrezzo a terra e pescate sperimentali. Tutte le attività si svolgeranno con la supervisione della Capitaneria di porto di Trapani e dell’Area Marina Protetta "Isole Egadi", alla presenza di funzionari del Dipartimento Pesca Regione Siciliana e del Ministero delle politiche Agricole e Forestali, che hanno approvato e condiviso l’iniziativa. “Questa iniziativa – spiega il Direttore dell’AMP Stefano Donati - è maturata dopo l’entrata in vigore nel 2012 del Regolamento Comunitario per la pesca nel Mediterraneo, che ha vietato l’utilizzo del tartarone in quanto assimilato, in base alla classificazione attuale, ad una rete da traino. Lo studio è volto proprio ad accertare se tale rigida classificazione sia corretta, oppure se - come sostengono i pescatori delle Egadi – l’attrezzo sia un ibrido, che sfugge alle classificazioni e meriti una normativa ad hoc, per esempio beneficiando delle deroghe speciali riservate ad attività di pesca tradizionale”. “In ogni caso, - dichiara il presidente dell’AMP e Sindaco di Favignana, Lucio Antinoro - l’attività di pesca con il tartarone delle Egadi è un’attività svolta dai pochi pescatori locali rimasti, solo per piccoli periodi dell’anno, ed è selettiva, catturando solo pesci adulti.” “Ci sembra giusto attivarci come AMP – conclude Antinoro – per tutelare anche le piccole marinerie locali, che impattano pochissimo sulle risorse e sono a rischio estinzione al pari delle specie ittiche più minacciate.”

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