Criticità al Pronto Soccorso, lettera del primario al sindaco Tranchida
Dopo i due casi di decesso avvenuti, nel giro di pochi giorni l'uno dall'altro, al Pronto Soccorso dell'ospedale Sant'Antonio Abate, che hanno dato or...
Dopo i due casi di decesso avvenuti, nel giro di pochi giorni l'uno dall'altro, al Pronto Soccorso dell'ospedale Sant'Antonio Abate, che hanno dato origine ad indagini da parte della Procura di Trapani e ad una serie di prese di posizione polemiche, tra cui quella del sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, nel cui territorio comunale ricade il nosocomio, si registra una nuova "lettera aperta", stavolta a firma del dottore Massimo Di Martino, direttore del Pronto Soccorso, che pubblichiamo integralmente. "Egregio signor sindaco - scrive Di Martino - voglio portare a conoscenza Sua e dei Cittadini del territorio trapanese alcune precisazioni circa i contenuti della Sua lettera aperta al Presidente della Regione, dello scorso 23 febbraio, dall’elegante titolo “Ma che cavolo di sanità è questa?”. Lei ha duramente criticato l’attività complessiva svolta presso il Pronto Soccorso del Sant'Antonio Abate, sconoscendo le regole e il carico di lavoro di medici e infermieri. Si è subito alzato a criticare, senza però mai intervenire, quando poteva. Dov’era quando i sindacati e alcuni sindaci del circondario protestavano per delle piante organiche non rispondenti alle necessità assistenziali, disposte dall’Assessorato Regionale alla Sanità ? Dov’era quando l’allora sindaco di Trapani, Fazio, si batteva contro l’abbattimento dei posti letto nella nostra provincia? Puntare il dito è facile, operare meno. Le ricordo che il triage è eseguito dagli infermieri perché così è stabilito dalle norme di legge, che sono tenuto a far rispettare; se ponessi dei medici nella postazione di triage (naturalmente anche avendoli), questi si sentirebbero de-mansionati, sarei portato in giudizio e, sicuramente, condannato… Il termine codice "rosso” significa parametri vitali alterati, e i parametri vitali sono: capacità di respirare, di interloquire con gli altri, circolazione del sangue; “Codice giallo” che i parametri vitali non sono alterati, ma potrebbero divenirlo entro brevissimo tempo. Il dolore toracico, in assenza di segni di shock, è un classico codice "giallo". Lei ha immaginato cosa sarebbe successo se l’episodio del 19 febbraio fosse accaduto mentre un medico o un infermiere si trovavano a soccorrere qualcuno in strada? Nel 2014 sono passati dal triage, in questo Pronto Soccorso, 35.074 soggetti e visitati 31.558 pazienti. Di questi 882 sono stati indicati come codice "rosso”, 8.592 codice "giallo", 20.707 codice "verde" e 945 codice"bianco". Di questi 6.596 sono stati ricoverati in ospedale, 713 hanno rifiutato il ricovero e 1.578 sono stati inviati a strutture sanitarie territoriali, mentre 19 sono giunti cadaveri. Di tutti i pazienti, solo il 10% ha atteso oltre due ore, e con codice verde o bianco. Per quanto riguarda la territorialità , 16.718 appartengono al comune di Trapani, 6.503 a quello di Erice, 2.211 a Valderice, 2.148 a Paceco  il resto ad altri comuni, tra cui spiccano i 980 residenti nel comune di Marsala. Le statistiche sull’attività del nostro Pronto Soccorso dimostrano che, se mettessimo i pazienti tutti in fila e li facessimo entrare ordinatamente, ogni paziente avrebbe in media circa trenta minuti assistenziali per: entrare in stanza, spogliarsi, farsi visitare, eseguire quanto necessario (sutura, trattamento farmacologico, manovre salvavita, richieste esami e quant’altro utile al paziente), rivalutarlo, esaminare l’esito di quanto richiesto e poi dimissione/ricovero. Ritengo che questo sia un tempo estremamente ridotto! Le Sue accuse, signor sindaco, mi hanno sorpreso perché Lei ha frequentato il Pronto Soccorso e ha visto la dedizione al lavoro e il modo di lavorare del personale, e anche le innovazioni introdotte dalla Direzione e dall’Azienda, eppure punta il dito. Ci ha dato uno spazio per posteggiare le ambulanze. Ogni giorno, però, siamo costretti a chiamare i Vigili Urbani di Erice per la rimozione forzata delle auto e, spesso, la risposta è che sono impegnati da altre parti. Si verifica, quindi, una discrepanza fra le necessità e la capacità operativa, con la conseguenza che le ambulanze bloccano la strada d’accesso al Pronto Soccorso e le auto, qualcuna, anche, con paziente a bordo, attendono in fila! Mi scusi, non è lo stesso quadro che avviene in Pronto Soccorso, quando più pazienti afferiscono contemporaneamente al PS, impegnando i medici e gli infermieri? Quando tutto il personale è impegnato, l’ultimo paziente attende. Per questo esiste il triage, per individuare il paziente più grave, quello da trattare prima. Esiste una sola eccezione: il codice "rosso", il paziente in codice "rosso" non può e non deve aspettare. In presenza di codice "rosso", il triagista lascia la postazione e interviene subito, in prima persona, tutti gli altri pazienti in attesa restano abbandonati a se stessi, e, proprio per questo, è una situazione che deve avvenire il meno possibile! Quanto sopra è avvenuto anche per il signor Colletta il 19 febbraio scorso. I protocolli del Pronto Soccorso, signor sindaco, da 5 anni sono pubblicati sul sito del MCAU di Trapani, all’interno del sito webaziendale, basta cercare con un motore di ricerca “MCAU Trapani” e nella parte bassa della pagina li potrà consultare, Lei come tutti. Vorrei farle notare, infine, che da quando sono Direttore del MCAU di Trapani (traducendo Primario del Pronto Soccorso) dall'1/9/2009, ho subito sette ispezioni: tre dal Joint Commission International, tre dai NAS ed una dall’Assessore alla Salute, Massimo Russo. Non sono state mai rilevate grosse criticità (escludendo il rapporto personale e locali/numero utenti che accedono al PS, di cui non sono certamente responsabile) e, nell’ultima ispezione del JCI, l’MCAU di Trapani ha ricevuto la votazione di 8,85/10, la più alta fra i venti Pronto Soccorso siciliani esaminati. Signor sindaco Tranchida, perché non tuona, con altrettanto vigore, contro i medici che non fanno il proprio lavoro e intasano il Pronto Soccorso con pazienti non visitati e inviati telefonicamente? Perché non osserva quanti pazienti sono inviati, dall’ospedale, alle lungodegenze e non si chiede come mai non è stato il medico di famiglia, di quel paziente, a proporre e attuare il ricovero in queste strutture per lungodegenze, lasciandolo fare all’ospedale, occupando così impropriamente, un posto letto? Rifletta, infine, signor sindaco su quanto viene fatto in Pronto Soccorso e in ospedale quando non ci sono più posti letto: il paziente non è trasferito in altri ospedali della provincia/regione o messo per terra su un materasso, ma è ricoverato in barella. Mi sembra corretto precisare che le nostre barelle hanno una larghezza di cm.82 (un letto è largo 85/90cm) ed una lunghezza pari ad un letto normale, sono fornite di spondine e possono essere regolate rispetto alla distanza dal pavimento! Ciò determina un sovraccarico lavorativo per gli infermieri e i medici di tutto il nosocomio, ma il paziente è assistito nella sua città , non lontano dagli affetti familiari, senza i rischi legati al trasferimento con ambulanza. Un’ultima nota: tutti i sindaci hanno sempre difeso il proprio ospedale, anche in evidenza di errore, Lei è l’unico che non lo fa, anche, in presenza di evidenti casi di mala-stampa, più che di malasanità ! Ci chiediamo perché…".
© Riproduzione riservata
Notizie Correlate
Premio "Nat Scammacca", lunedì la presentazione
Tanya Bonanno nuova segretaria cittadina del PND
Strage di Pizzolungo, gli eventi per il 30° anniversario
Auto in fiamme in via Agrigento
Tradizione, gusto e salute con la semina del "grano nero"
Laura Montanti: "Chiarezza su futuro dell'Oncologia al Sant'Antonio Abate"
Trovato gatto impiccato ad un albero
I più visti
Scalo Vincenzo Florio, presentata la stagione estiva 2024
Pantelleria. Concorso fotografico "Obiettivo Terra"
Bonus amianto, detrazione del 50% e agevolazioni nei pagamenti
Anno scolastico 2024/25, in Sicilia le lezioni inizieranno il 12 settembre
Primo rifornimento al Porto di Trapani con GNL per il traghetto Nerea