Morì dopo una caduta, ridotta la pena alla ragazza che lo spinse
La corte d'appello ha riconosciuto le attenuanti a Maria Aurora Campanella
La corte d'appello di Palermo ha ridotto la pena alla ragazza che a Castelvetrano provocò la morte di un carrozziere in pensione. I giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche a Maria Aurora Campanella, di Castelvetrano, accusata di omicidio preterintenzionale per la morte di Antonino Calandrino 62 anni, anche lui castelvetranese, che perse la vita cadendo da una scalinata la notte di Natale di due anni fa. Campanella è stata condannata a sei anni e otto mesi. In primo grado, il tribunale di Marsala, le aveva inflitto 11 anni e 4 mesi di reclusione.
La sera del 24 dicembre del 2021 Calandrino, si trovava presso l'abitazione dei genitori, in piazza Padre Puglisi. Intorno alle 23 era uscito di casa per fumare una sigaretta, quando sono arrivati la ragazza, allora ventitreenne, e un altro giovane. La coppia aveva cominciato a litigare. Il tutto accanto all'auto del carrozziere in pensione. All'invito ad allontanarsi dall'auto, il carrozziere è stato spinto da Aurora Campanella, facendo un volo di oltre tre metri fino al marciapiede della sottostante via Tagliata. Calandrino, fu portato all'ospedale di Villa Sofia, a Palermo, dove morì dopo alcuni giorni di ricovero.
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