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Trapani | Cronaca

Sicurezza nazionale: egiziano detenuto alla Casa Circondariale espulso dal territorio italiano

04 Giugno 2018 19:05, di Ornella Fulco
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Nuova espulsione dal territorio nazionale riguardante un cittadino, questa volta di origine egiziana, ritenuto pericoloso per la sicurezza nazionale.

Nuova espulsione dal territorio nazionale riguardante un cittadino, questa volta di origine egiziana, ritenuto pericoloso per la sicurezza nazionale. Si tratta del 32enne Mohamed Mohamed Rao che era detenuto presso la Casa Circondariale di Trapani. L'uomo è stato rimpatriato stamane con un volo in partenza dall’aeroporto di Palermo e diretto a Il Cairo. Da tempo l’attività investigativa della Digos si era concentrata su Rao che già mentre stava scontando la sua condanna definitiva per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nel carcere di Sciacca, prima di essere trasferito a Trapani, si era rivelato come leader di un gruppo fortemente radicalizzato. I cui componenti, oltre a praticare un’intensa attività di preghiera, erano attivi nell'arruolare adepti tra gli altri detenuti, sottomettendoli alla loro autorità e imponendo loro la stretta osservanza dei dettami del Corano. Anche all’interno del carcere trapanese l'uomo, che condivideva la cella con l’Imam tunisino Lamjed Ben Kraiem, anche lui espulso pochi mesi fa, e con un altro egiziano, oltre che pregare regolarmente cinque volte al giorno e praticare il digiuno non obbligatorio il lunedì e venerdì, aveva manifestato, già dal 2016, uno spiccato interesse quando la televisione o la radio trasmettevano la notizia di un attentato terroristico. In particolare, quando il 19 dicembre del 2016, Anis Amri investì alcuni visitatori che affollavano le bancarelle di un mercatino di Natale a Berlino, i tre detenuti, nel commentare un programma televisivo d’informazione, parlavano tra loro del ragazzo della “festa della Germania” che “ha fatto bene a fare quello che ha fatto, perché lui è una vittima”. Anche in occasione dell’attentato terroristico a Londra, Mohamed Mohamed Rao rideva e affermava che “c’è stata una bella festa" e faceva notare poi ai compagni come i media non avessero avuto rispetto per l’attentatore perché ne avevano mostrato il corpo privo di vita con il viso scoperto mentre delle vittime inglesi erano state mandate in onda solo le immagini dei corpi coperti. Questo - riferiscono gli investigatori - è solo uno dei casi in cui i tre detenuti hanno manifestato insofferenza nei confronti degli organi di informazione occidentali, a loro dire colpevoli di non dare il giusto rilievo alle morti che si verificano in Iraq e in Siria per raccontare, invece, con il massimo risalto possibile, quanto avviene in occasione di attentati terroristici di matrice islamica in Europa. La figura di Rao non è, secondo gli investigatori, quella di un semplice scafista ma di una persona animata da forti sentimenti antioccidentali, con una personalità tale da condizionare gli altri detenuti e anche la giovane moglie, alla quale imponeva di uscire indossando il burqa, perché altrimenti l'avrebbe lasciata. Dall'inizio del 2018 l'egiziano è il terzo soggetto ritenuto pericoloso ed espulso dal territorio italiano, presente a Trapani.

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