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Trapani, presentazione ultimo volume di "Lettera Aperta" in cattedrale

31 Ottobre 2012 08:26, di Niki Mazzara
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Trapani, 31 Ottobre 2012-  Più di 300 numeri, 38 anni di vita (il primo numero risale all’ottobre del 1974) : “Lettera Aperta” il periodico della parr...

Trapani, 31 Ottobre 2012-  Più di 300 numeri, 38 anni di vita (il primo numero risale all’ottobre del 1974) : “Lettera Aperta” il periodico della parrocchia Cattedrale “San Lorenzo” è uno dei giornali più longevi del territorio trapanese e per quanto ha un taglio comunitario e non certo professionale, rappresenta comunque un esempio di buona comunicazione. Lo ha detto mons. Antonino Adragna, direttore di Lettera Aperta a conclusione della tavola rotonda su “Comunicazioni sociali, Anno della fede e Nuova evangelizzazione” che si è tenuta nei giorni scorsi in Cattedrale in occasione della pubblicazione del VI volume di Lettera Aperta. Un dibattito a più voci sul valore della comunicazione della chiesa moderato dal direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi, Lilli Genco che ha visto confrontarsi Giorgio Paolucci, capo-redattore di Avvenire che ha raccontato di aver conosciuto “Lettera Aperta” quando giovane inviato a Trapani si occupo del lavoro svolto dall’allora comitato pro-immigrati della parrocchia, e da S.E. mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e già vice-parroco della Cattedrale che si è soffermato sulla capacità di Lettera Aperta di leggere i fatti della Chiesa a partire dallo sguardo ecclesiale. La presentazione dell’ultimo volume è stato fatto, a nome della comunità, da Maurizio La Rocca che ha raccontato i primi anni della storia del giornale quando veniva ciclostilato in proprio di notte in canonica. Oggi il giornale, che si stampa in tipografia, raggiunge ancora capillarmente gli abitanti del centro storico con una tiratura di 2500 copie garantendo un’ampia distribuzione non soltanto durante le messe domenicali ma soprattutto utilizzando dei postini della buona stampa che sono i ministri straordinari della comunione e i volontari del gruppo vincenziano. “Un taglio popolare che assicura che alcuni temi come quelli più importanti della vita della chiesa ma anche del territorio se si pensa alle battaglia che ‘Lettera Aperta’ ha portato avanti tra la fine degli anni’80 e gli anni ’90 contro il degrado del centro storico, vengano conosciuti da un pubblico ampio, anche dalle famiglie meno abbienti e dai malati che così tornano al centro della comunità e non vengono lasciati fuori dal circuito informativo -  ha affermato Lilli Genco. Il dibattito si è concluso con l’intervento dell’arcivescovo Alessandro Plotti, amministratore apostolico che ha rilanciato la “vocazione” del periodico di essere uno spazio “aperto” come nel suo nome per esprimere l’apertura della chiesa al mondo, “quell’apertura che Cristo ci ha insegnato”.

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