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Trapani, sollevato dall'incarico il Vescovo Francesco Micciché - Trapani Oggi

Trapani, sollevato dall'incarico il Vescovo Francesco Micciché

19 Maggio 2012 18:23, di Niki Mazzara
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Trapani, 19 maggio 2012- Monsignor Francesco Micciché non è più il Vescovo di Trapani. Con decisione del Papa, Benedetto XVI, mons. Micciché è stato...

Trapani, 19 maggio 2012- Monsignor Francesco Micciché non è più il Vescovo di Trapani. Con decisione del Papa, Benedetto XVI, mons. Micciché è stato sollevato dal suo incarico e sostituito da monsignor Alessandro Plotti, già arcivescovo di Pisa. Una decisione che era nell’aria, e che è giunta dopo le vicende legate alla inchiesta per reati finanziari condotta dalla Procura ma anche a seguito della relazione redatta da mons Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, inviato dal Papa e Trapani per conoscere cosa c’era dietro le vicende legate alla fusione di due fondazioni , Auxilium e Don Campanile, della Curia che, secondo alcuni, avrebbe portato ad un ammanco di oltre un milione di euro. La questione, poi, della disputa tra lo stesso Vescovo e padre Ninni Treppiedi, con la susseguente sospensione a divinis di quest’ultimo che in poco tempo era assurto da prete di Xitta a responsabile della Chiesa di Alcamo, non ha certo aiutato mons. Micciché. Secondo alcune fonti di stampa l’ormai ex Vescovo di Trapani avrebbe manifestato la sua obbedienza alla decisione del Papa, pur non comprendendola, sottolineando come i superiori non avrebbero “saputo o voluto capire cosa stava succedendo in questa diocesi, lasciando il clero e soprattutto il popolo di Dio in balia di calunnie meschine” e parlando di un “complotto nato dentro e fuori la Chiesa”. Per Micciché, inoltre, la decisione del Papa sarebbe stata influenzata da “motivi che secondo la legge canonica devono essere gravissimi ma che certamente sono falsi”,m frutto di un “ complotto che si è mosso contro di me non aveva solo riferimenti locali nel prete sospeso a divinis ma ha trovato sponde, purtroppo, anche in più alti livelli della Chiesa dove il verdetto contro di me era stato scritto prima di qualsiasi effettiva verifica". Tra le dichirazioni riportante anche un “"Pago per aver denunciato la cultura mafiosa presente anche al nostro interno invitando ad un serio esame di coscienza durante il Giubileo?  Pago per aver denunciato la cappa della massoneria? Pago per non aver fatto accordi con nessun politico per avere contributi ed elargizioni?".  Tutte domande che sono inquietanti e che, aldilà della risposta, squarciano il velo che copre i rapporti tra Chiesa e politica, Chiesa e Massoneria a Trapani.

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