Tre fermi per la morte di Giancarlo Romano.Un debito per le scommesse clandestine il movente
Tre i fermati tra questi anche il giovane rimasto ferito
Nelle prime ore di stamane personale della Squadra Mobile e della S.I.S.C.O., di Palermo ha eseguito un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo - Direzione Distrettuale Antimafia - nei confronti di tre indagati: Camillo e Antonio Mira e il ferito nell'agguato, Alessio Caruso. Secondo una prima ricostruzione, padre e figlio avrebbero iniziato l'inseguimento finito poi con la morte di Giancarlo Romano. I tre sono ritenuti responsabili a vario titolo di omicidio, tentato omicidio, porto abusivo d’arma da fuoco e tentata estorsione, reati aggravati dal metodo mafioso.
I provvedimenti precautelari scaturivano dall’attività di indagine conseguente all’omicidio di Giancarlo Romano, attinto da colpi di arma da fuoco nel pomeriggio di ieri 26 febbraio, in via XXVII maggio e del tentato omicidio di Alessio Caruso, tuttora in pericolo di vita per le gravissime lesioni riportate all’addome ed alla testa. Quest’ultimo, tra i destinatari del provvedimento di fermo di indiziato di delitto, si era reso protagonista di un primo scontro a fuoco, avvenuto pochi minuti prima, di fronte ad una sala scommesse, sita in corso dei Mille, nel quale erano rimasti feriti un avventore dell’esercizio, nonché Camillo Mira autore dell’omicidio di Giancarlo Romano.
Il contrasto che determina il conflitto a fuoco trae origine dal tentativo di estorsione sui proventi illeciti generati dalle scommesse clandestine ed in particolare da un debito maturato dall’autore dell’omicidio nei confronti della vittima.
La ricostruzione dei fatti è avvenuta mediante la visione delle immagini registrate dalle telecamere di video sorveglianza installate nella zona, nonché in virtù dell’attività di riscontro degli elementi assunti nel corso delle numerose perquisizioni effettuate dagli investigatori nelle ore immediatamente successive agli eventi delittuosi.
Nel corso delle stesse venivano anche rinvenute due armi utilizzate negli scontri a fuoco.
Giova precisare che la responsabilitĂ penale delle condotte elencate sarĂ definita solo dopo l’emissione di eventuali sentenze passate in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.Â
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