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Il Consiglio comunale lo dichiara incompatibile, Fazio: "Non subirò, ride ben chi ride ultimo" - Trapani Oggi

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Il Consiglio comunale lo dichiara incompatibile, Fazio: "Non subirò, ride ben chi ride ultimo"

24 Gennaio 2017 11:31, di Ornella Fulco
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Dopo la votazione dello scorso 20 dicembre con la quale si votava positivamente sulla possibile sussistenza di una causa di incompatibilità del capogr...

Dopo la votazione dello scorso 20 dicembre con la quale si votava positivamente sulla possibile sussistenza di una causa di incompatibilità del capogruppo di "Uniti per il Futuro" Girolamo Fazio in Consiglio comunale, ieri sera il massimo consesso cittadino si è espresso "nel merito" votando, ancora una volta, positivamente sulla impossibilità di Fazio a restare tra i banchi di Palazzo Cavarretta. "Come in un plotone d'esecuzione - ha commentato Fazio - tra tanti fucili puntati con munizioni vere, una sola arma è caricata a salve: 13 voti favorevoli ed uno solo contrario alla mia "presunta" incompatibilità con la carica di consigliere comunale". Il consigliere comunale definisce la votazione segreta una "farsa imbastita da una maggioranza indegna di sedere in un'aula consiliare". Secondo il capogruppo di Uniti per il Futuro "con il loro voto i 14 bravi soldati, ubbidienti a ordini di chi manovra dall'esterno del palazzo, generali e caporali di giornata, hanno sparato sul civile confronto dialettico e politico; hanno sparato sulla democrazia. I cittadini trapanesi, però, sono intelligenti e comprendono. Non basterà quell'unico voto contrario ad assolverli attraverso il beneficio del dubbio. Anzi quell'unico "NO", inutile alibi, li condannerà tutti e 14 per sempre al pubblico discredito per non aver avuto il coraggio di metterci la faccia e la firma, prima rifuggendo dal voto palese ed infine ottenendo il voto segreto dalla peggiore presidenza del Consiglio che la storia assembleare di Trapani ricordi. Hanno consumato un puro atto di vendetta politica, calpestando le leggi, lo Statuto ed il regolamento comunale". Come si ricorderà la vicenda della presunta incompatibilità nasce dalla lite pendente in giudizio come parte contrapposta al Comune di Trapani, chiamato in garanzia per responsabilità oggettiva e solidale per il risarcimento dei danni chiesti da Vito Dolce, ex presidente della SAU, rimosso dall'incarico da Fazio, allora sindaco di Trapani. Il Tribunale di Trapani, lo scorso 20 ottobre, ha respinto la richiesta di risarcimento contro cui Dolce, tramite il suo legale, ha proposto appello. La questione sarà discussa a Palermo il prossimo 29 maggio. Prima della votazione in Consiglio comunale Girolamo Fazio ha presentato e illustrato una sua memoria contenente le motivazioni per cui la causa di incompatibilità non sussiste, prima tra tutte la norma che esclude fra le cause di incompatibilità alla carica "le controversie insorte per il perseguimento degli interessi generali e non già per fini personali dell'eletto", per cui non esiste incompatibilità, come sottolineato dalla Corte di Cassazione, "tutte le volte che l'amministratore abbia agito nell'interesse pubblico". Questa deroga alla normativa che prevede l'incompatibilità ogni volta che si instaura un giudizio che vede contrapposto l'Ente con un suo rappresentante, va letta - sempre secondo quanto ribadito dalla Cassazione - tenendo presente che essa nasce per salvaguardare il "libero esercizio delle funzioni dal timore di incorrere in situazioni di incompatibilità, magari artatamente predisposte nell'ambito della lotta politica, e deve ritenersi sussistere tutte le volte che l'amministratore abbia agito nell'interesse pubblico, indipendentemente dal tipo di mandato per il quale è insorta la controversia, ben potendo questo essere diverso e successivo da quello originario di consigliere della cui compatibilità, nell'ambito della normativa, si discute”. Che Fazio, pur mettendo in atto una condotta penalmente rilevante, abbia agito per interesse pubblico, lo si deduce dalla stessa sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Trapani nella cui motivazione si legge, in più punti, che "agì con l’intento di operare per il bene di Trapani e dei suoi cittadini…”. A completare la ricostruzione della vicenda bisogna ricordare anche che i provvedimenti con i quali Fazio rimosse Dolce dal suo incarico di presidente del Consiglio di Amministrazione della SAU sono stati dichiarati legittimi prima dal TAR di Palermo e poi dal Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana che hanno respinto i ricorsi proposti da Dolce. "Ma - sottolinea Fazio - le orecchie dei consiglieri che mi vogliono fuori dal Consiglio comunale non hanno ascoltato neppure una delle argomentazioni tecniche e giuridiche con le quali ho spiegato non esserci alcuna incompatibilità sopravvenuta per lite giudiziaria. Non hanno preso neppure in considerazione tutto ciò che ho fatto, con atti concreti e di sicura valenza giuridica - anche la disponibilità ad una fideiussione per sollevare il Comune da eventuali responsabilità economiche - per "rimuovere" la presunta causa di incompatibilità. Ho perfino chiesto ai consiglieri presenti, nel corso del mio intervento, che fossero loro a suggerire cosa fare per rimuovere la presunta incompatibilità. Niente, solo il silenzio (imbarazzato), in attesa di passare al voto tanto atteso per togliersi dalle scatole la mia scomoda presenza". "Non subirò in silenzio - conclude Fazio - e sono determinato a far sì che ciascuno si assuma la piena responsabilità di ciò che è stato fatto, a cominciare dal presidente del Consiglio comunale che ha consentito una votazione strumentale, in palese violazione dello Statuto comunale, per eliminare politicamente un avversario scomodo. Adesso la parola passa ai giudici. Spero che i cittadini si ricordino di questi consiglieri, ivi compresi quelli che si riempiono la bocca di legalità, salvo poi a infrangerla ingannando sistematicamente chi pone in loro la propria fiducia. Ride bene chi ride ultimo". Questi i 14 consiglieri che si sono espressi, con voto segreto, sull'incompatibilità di Fazio, di cui uno con voto contrario: Nino Grignano, Nicola Lamia, Leonardo Peralta, Giuseppe Ruggirello '58, Ninni Barbera, Giorgio Colbertaldo, Silvestro Mangano, Franco Briale, Peppe Bianco, Nicola Sveglia, Peppe La Porta, Nicola Giarratano, Felice D'Angelo, Giuseppe Guiana. Cinque i consiglieri che si sono astenuti: Ninni Passalacqua, Enzo Abbruscato, Domenico Ferrante, Pietro Cafarelli, Andrea Vassallo. Nove i consiglieri solidali con Girolamo Fazio hanno abbandonato l'aula prima del voto: Franco Ravazza, Salvatore Pumo, Giuseppe Ruggirello '53, , Nino Bianco, Francesco Salone, Giovanni Vassallo, Vito Mannina, Francesco Guarnotta, Tiziana Carpitella. Il Michele Cavarretta non era presente, fin dall'inizio, alla seduta.

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