Bancarotta Enopolio di Pantelleria, la Corte di Appello proscioglie i membri del CDA
I fatti si riferiscono al 2010
Nel 2008, tra gli obiettivi prefissi dall'Enopolio di Pantelleria che raggruppava una serie di imprenditori di vino cosiddetto “pregiato”, vi era quello di riuscire a fare apprezzare i propri passiti e moscati in tutto il mondo. Poi le vicende che seguirono purtroppo hanno raccontato tutta un'altra storia e alla fine la giustizia ha posto la parola fine ad una realtà che si apprestava a dare un grande impulso all’economia pantesca che proprio sul vino e sulla sua commercializzazione internazionale voleva essere protagonista.
Ora l'ultima puntata di questa vicenda che ha inizio nel 2010.
La quarta sezione della Corte di Appello di Palermo, presieduta da Vittorio Anania, ha infatti prosciolto S. B. e A. D., membri del consiglio di amministrazione dell’Enopolio di Pantelleria, all’epoca dei fatti (2010), dalle accuse di bancarotta fraudolenta documentale. Nel 2010 l’Enopolio di Pantelleria era stato sottoposto a liquidazione coatta amministrativa con decreto dell’assessorato regionale delle Attività produttive, a seguito dell’insediamento del commissario liquidatore, l'avv. Giuseppe Nastasi (che si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avv. Valeria Romeo) tuttavia, erano state segnalate all’autorità giudiziaria alcune incongruenze nella gestione dell’ente che aveva visto alternarsi negli anni diverse persone con poteri gestori, e il tribunale di Marsala ne aveva decretato lo stato di insolvenza. Contemporaneamente erano state svolte indagini ed accertamenti fiscali dalla guardia di finanza della tenenza di Castelvetrano, alla fine delle quali la procura di Marsala aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio dei membri del cda con l'accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. Il processo di primo grado si è svolto davanti al tribunale collegiale di Marsala, presieduto da Vito Marcello Saladino e a latere giudici Andrea Agate e Matteo Giacalone, che aveva anche incaricato dei periti il dott. Antonino Casano (commercialista) e il dott. Giuseppe Laudicina (enologo), per chiarire i diversi aspetti contabili nella ricostruzione dei fatti di gestione dell’Enopolio. Nel 2021 il tribunale di Marsala aveva assolto gli imputati dall’accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale, condannandoli a 3 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta documentale, oltre al risarcimento del danno in favore della parte civile. Gli imputati, difesi dall'avvocato Giuseppe Brancato (nella foto di copertina) avevamo impugnavato la sentenza innanzi alla Corte di Appello di Palermo, che ieri li ha definitivamente prosciolti, con revoca delle statuizioni civili disposte nella sentenza di primo grado.
Nel periodo in cui nacque l'Enopolio a Pantelleria vi erano 28 aziende vitivinicole, ma solo due (Miceli e Pellegrino) raggiungevano livelli internazionali. Le uve di Pantelleria in que periodo avevano raggiunto quotazioni interessanti anche a causa della riduzione del prodotto: le uve Doc venivano vendute a cento euro al quintale, sessanta per le Igt, mentre l’uva passa raggiungeva i 600-700 euro al quintale.
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