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Carabinieri: duecento anni di storia al servizio della comunità

05 Maggio 2014 18:38, di Ornella Fulco
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"Il carabiniere è un uomo che crede nei valori, che ha passione, che è ispirato a vincoli di solidarietà e ne fa la ragione del suo impegno quotidiano...

"Il carabiniere è un uomo che crede nei valori, che ha passione, che è ispirato a vincoli di solidarietà e ne fa la ragione del suo impegno quotidiano. Èun uomo che ha scelto di imboccare e percorrere sino in fondo la strada della moralità, dell’impegno verso il prossimo, dell’umiltà". Così si è espresso, stamane, il Comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Fernando Nazzaro, nel corso della cerimonia con la quale è stato celebrato, in provincia di Trapani, il Bicentenario dell'Arma. Una festa alla quale hanno risposto in gran numero autorità civili, militari e religiose del territorio, associazioni, scolaresche e semplici cittadini ritrovatisi nella chiesa del Collegio e poi nella chiesa di Sant'Agostino dove è stata allestita un'interessante mostra che ripercorre, attraverso documenti ufficiali, immagini e altri memorabilia, la storia dell’Arma nel territorio trapanese. Una storia cominciata nel giugno 1861 quando l'amministrazione comunale assegnò gli arredi per l'alloggiamento di quelli che, allora, erano i "Reali Carabinieri". "Siamo consapevoli - ha detto ancora il colonnello Nazzaro - del ruolo dell’Arma quale garante della sicurezza e della libertà di poter fare delle scelte in una terra ove per troppo tempo si è sopportato – e ancora troppo si sopporta – il peso della mafia e del malaffare che ne soffoca lo sviluppo morale, civile ed economico. Èperciò irrinunciabile l’impegno comune tra l’Arma, la magistratura, le altre forze di polizia e la collettività per alimentare quotidianamente la fiducia nel futuro, in tempi in cui occorre dare ai giovani buoni esempi da seguire". Sono passati due secoli e il compito affidato ai Carabinieri - di tutelare la collettività fin nelle più remote contrade del Paese - è rimasto pressoché invariato. Il carabiniere, oggi come ieri, deve combattere il mondo del crimine con determinazione e deve darsi, per questo, un coraggio, una capacità e anche una dotazione tecnologica che lo metta in condizione di competere con esso conservando però sentimenti e valori propri della società che è chiamato a proteggere, non di quella che è chiamato a contrastare. E' una sorta di sdoppiamento che solo un senso profondo e sofferto del dovere e dei suoi limiti può consentire, pagandone a volte un prezzo umano davvero elevato. "Noi - ha concluso il comandante provinciale - vogliamo proseguire a lungo nel solco di questa storia di dedizione assoluta al bene comune e di fedeltà incondizionata alla Patria, una storia punteggiata da innumerevoli atti di eroismo ma, soprattutto di eroica quotidianità". Dopo la cerimonia alla chiesa del Collegio, conclusa con un momento di preghiera condotto dal vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli, l'inaugurazione della mostra con il taglio del nastro affidato alla madre di Pietro Morici, il carabiniere valdericino ucciso dalla mafia a Palermo, nel 1983, insieme al capitano D'Aleo e all'appuntato Bommarici. A punteggiare ulteriormente di emozioni la mattinata, le esecuzioni musicali della Fanfara del Battaglione Carabinieri di Palermo, giunta appositamente in città per l'occasione.

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