Il Tonno Rosso di Favignana nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia
Interessante riconoscimento per il pregiato Tonno Rosso di Favignana che è stato inserito nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia, pubbli...
Interessante riconoscimento per il pregiato Tonno Rosso di Favignana che è stato inserito nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 9 maggio 2014, registro che contiene tutto ciò che fa parte del patrimonio culturale dell'Isola secondo l'Assessorato ai Beni culturali, che l'ha redatto, tra cui anche pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze, celebrazioni e tecniche. Grazie a questo registro, la Regione identificherà e registrerà le proprie eredità culturali, contribuendo così alla loro salvaguardia, promozione e fruizione. E con un occhio particolare a quelle “a rischio di scomparsa o alterazione”. Elementi della tradizione siciliana: alcuni molto noti, altri meno. La pesca del tonno a Favignana in quest’elenco, si trova in compagnia, tra gli altri, del presepe vivente di Cutonaci e della festa di Santa Rosalia fuori le mura a Palermo, della ceramica e del presepe artistico di Caltagirone e dei dammusi di Pantelleria. Il Tonno rosso di Favignana è un prodotto di alta qualità gastronomica. Ai giorni d'oggi, è un prodotto sempre più prezioso e sempre più raro, dal momento che il pescato è sempre più esiguo, e viene lavorato ormai da poche aziende dislocate per lo più nel territorio di Trapani, Palermo e sull'isola di Favignana. Soddisfazione per quest’importante riconoscimento è stata espressa dal sindaco delle Egadi, Giuseppe Pagoto, che dice: “L’Amministrazione comunale lavorava da anni per l’ottenimento di tale risultato, che adesso si deve consolidare con l’organizzazione di iniziative mirate e manifestazioni legate al tonno rosso, in collaborazione con le attivita' produttive dell'isola e con il supporto delle aziende tradizionalmente legate alla conservazione e alla distribuzione del prodotto. Cercando prioritariamente – conclude Pagoto - di non disperdere i saperi, i sapori, la storia e le tradizioni che devono essere mantenute e tramandate”.
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