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Palermo | Cronaca

La Corte dei Conti contesta danno erariale ad Antonio Ingroia

18 Aprile 2014 17:39, di Ornella Fulco
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La Procura della Corte dei Conti ha contestato un danno erariale di 2 milioni e 200mila euro relativo alle assunzioni nella società Sicilia e-Servizi ...

La Procura della Corte dei Conti ha contestato un danno erariale di 2 milioni e 200mila euro relativo alle assunzioni nella società Sicilia e-Servizi al presidente della regione Crocetta, al Commissario della società Antonio Ingroia - attualmente anche Commissario straordinario della Provincia regionale di Trapani, al Ragioniere generale della Regione Mariano Pisciotta, agli attuali assessori Nelli Scilabra, Patrizia Valenti e Michela Stancheris e agli ormai ex Dario Cartabellotta, Ester Bonafede e Nino Bartolotta. L'inchiesta, coordinata dal viceprocuratore Gianluca Albo, riguarda le assunzioni di 74 dipendenti ex Sisev passati nei mesi scorsi a Sicilia e-Servizi. Secondo i magistrati contabili il passaggio appare illegittimo e tale da causare, appunto, un danno alle casse regionali. Le assunzioni sarebbero avvenute "in violazione del divieto legale e amministrativo di assunzione; senza alcuna preventiva valutazione del fabbisogno del personale e senza alcuna preventiva pianificazione dell'attività di Sicilia e-Servizi, società in liquidazione; nonostante la giunta avesse ribadito il divieto di reclutamento in Sicilia e-Servizi di personale dalla società privata (il cosiddetto popolamento) e previsto la istituzione di una struttura tecnica con personale regionale per svolgere le attività informatiche di Sicilia e-Servizi". Il commento di Antonio Ingroia non si è fatto attendere, affidato ad una nota stampa che pubblichiamo integralmente: "Mi verrebbe da sorridere a vedermi recapitare un avviso di garanzia per presunto danno erariale Mi verrebbe da sorridere perché me lo aspettavo, non solo perché l'avviso di indagine era stato già preannunciato a mezzo stampa già da qualche settimana e, quindi, ben prima che venisse inviato, ma anche perché non è la prima volta che, pur di non dirmi grazie, le regole del senso comune vengono rovesciate". "In questo caso - prosegue - potrei dire che non avevo scelta perché dovevo adempiere ad un obbligo a riassumere quei lavoratori licenziati, discendente dalla delibera della giunta Crocetta, ed invece dico che qualcuno dovrebbe premiarci e dire grazie per aver evitato un danno erariale alla Regione ed un rischio altissimo per la salute ed il bene comune dei siciliani. E sfido chiunque a dimostrare il contrario. Perché è un fatto che se non avessimo adottato la procedura che oggi ci viene contestata il blackout informatico della Regione sarebbe stato inevitabile, con conseguente rischio per servizi pubblici essenziali per la salute come 118 e servizi ospedalieri. Ed è incontestabile che solo così il danno erariale, sociale ed alla salute, incalcolabile (altro che 2 milioni di euro!), si poteva scongiurare, come è incontestabile che il licenziamento in blocco di tutte le risorse umane del "socio privato" di Sicilia e-Servizi avrebbe determinato lo sperpero delle svariate decine di milioni spesi negli anni passati dalla Regione per realizzare il "popolamento" delle articolazioni regionali con personale adeguatamente formato in questi anni attraverso Sicilia e-Servizi". "E' vero semmai - prosegue Ingroia - che quello che abbiamo fatto ha consentito ed ancor più consentirà di risparmiare denaro pubblico dopo anni di allegra gestione, su cui, stranamente, finora nessuno ha osato indagare e ho iniziato io ad indagare da quando sono alla guida di Sicilia e-Servizi, come dimostrano le denunce che ho fatto in questi giorni alla stessa Procura della Corte dei Conti ed anche alla Procura della Repubblica di Palermo, alla quale ultima, proprio oggi, ho inviato un supplemento di segnalazione ed integrazione di documentazione. Ed allora, chi ha sperperato il denaro pubblico e chi lo ha fatto risparmiare? E chi oggi vorrebbe farne sperperare ancora e chi, invece, sta avviando un piano di risanamento per farlo risparmiare ancor di più? Io so di avere la coscienza a posto. E gli altri? Ecco perché dico che, anche se mi viene da sorridere, non c'è niente da ridere e la cosa mi pare inquietante, anzi molto grave. Da anni mafiosi e amici dei mafiosi provano a mettermi sul banco degli accusati ma l'evidenza dei fatti è sotto gli occhi di tutti. Speriamo di non dover dare ragione a Leonardo Sciascia sull'irredimibilità della Sicilia".

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