La Sicilia tra le prime regioni italiane per numero di reati contro l'ambiente
Storie e numeri della criminalità ambientale in Italia
Ciclo illegale del cemento, reati contro la fauna e ciclo dei rifiuti sono le tre principali filiere su cui nel 2022 si è registrato il maggior numero di illeciti. In testa quelli relativi al cemento illegale,
dall’abusivismo edilizio agli appalti. Lo ribadisce il rapporto Ecomafia 2023, realizzato da Legambiente, edito da Edizioni, presentato a Trapani. Ma accanto a questi anche gli incendi boschivi e non solo che hanno distrutto la Sicilia.
«La Sicilia è stabilmente tra le prime regioni, al terzo posto, del nostro Paese per numero di reati contro l’ambiente, comeraccontiamo ogni anno nel nostro Rapporto Ecomafia, di cui quest’anno ricorre il trentennale dalla prima pubblicazione - dichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia -. Per contrastare la diffusione di questi fenomeni criminali, che vedono da sempre un ruolo attivo di cosa nostra, è indispensabile affiancare all’attività repressiva svolta dalle
forze dell’ordine e dalla magistratura un grande impegno culturale. L’ecomafia, infatti, affonda le sue radici in un humus d’indifferenza e sottovalutazione, oltre che di connivenze e complicità ».
A Gianfranco Zanna (responsabile ecomafie di Legambiente) il compito di introdurre i lavori. Tra i relatori il Procuratore Capo di Trapani, Gabriele Paci, Gisella Manno Zagarella della cooperativa Calcestruzzi ericina (bene confiscato alla mafia) e Rino Giacalone, giornalista.
Per Legambiente quella contro l’ecomafia «è una doppia sfida, che si può vincere da un lato rafforzando le attività di prevenzione e di controllo nel nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse stanziate con il piano nazionale di ripresa e resilienza; dall’altro mettendo mano con urgenza, a partire dall’Europa, a un quadro normativo condiviso su scala internazionale, con cui affrontare una criminalità organizzata ambientale che non conosce confini».
Il Rapporto Ecomafia è realizzato ogni anno dall’Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente, in collaborazione con tutte le forze dell’ordine, (Arma di Carabinieri, Guardia di
finanza, Polizia di Stato, Direzione Investigativa antimafia, Corpo forestale delle Regioni a statuto speciale), le Capitanerie di Porto, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l'Ispra e il Ministero della Giustizia.
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