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Lavori Ronciglio, dopo Fazio interviene D'Alì

07 Giugno 2011 18:16, di Niki Mazzara
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Trapani, 7 giugno 2011 – Sui lavori al molo Ronciglio il Ministero per l’Ambiente torna a pronunciarsi con una nota di risposta alla Regione. Dopo il ...

Trapani, 7 giugno 2011 – Sui lavori al molo Ronciglio il Ministero per l’Ambiente torna a pronunciarsi con una nota di risposta alla Regione. Dopo il decreto interministeriale di compatibilità ambientale è la direzione regionale Territorio ed Ambiente che, se lo ritiene, deve intervenire. Ne dà conferma anche il senatore Antonio d’Alì che fin dall’inizio segue la complessa vicenda, sulla quale è intervenuto recentemente anche il sindaco di Trapani con nota la Prefetto. «Oggi l’intervento presso la prefettura può accompagnarsi utilmente al lavoro fin qui svolto. La responsabilità, a questo punto, –sottolinea il presidente della Commissione Ambiente, d’Alì – è della Regione Siciliana che non si comprende perché sia tornata a chiedere al Ministero per l’Ambiente, che si è già espresso congiuntamente a quello dei Beni Culturali con un Decreto di compatibilità ambientale, indicazioni per lo sversamento dei materiali di risulta dei lavori al Ronciglio adombrando la necessità di una ennesima valutazione di incidenza ambientale. Il Ministero, come sempre rapidamente, lo scorso 20 maggio, ha già risposto che eventuali nuove procedure (VIA e valutazione di incidenza), se ritenute necessarie, debbano essere espletate dalla direzione regionale». «Ci fa piacere – dice d’Alì – che, sulla scorta di nostre informazioni puntualmente riferite nella costante attività di promozione delle autorizzazioni necessarie allo sblocco dei lavori di completamento della Banchina Ronciglio, l’autorità locale oggi produca nota informativa alla Prefettura. Per quel che ci riguarda, non abbiamo sospeso un solo momento l’azione di promozione dell’iter burocratico che, se è arrivato al punto in cui si trova, è stato anche per merito delle nostre iniziative. Di tutti questi passaggi la stampa aveva già avuto notizia lo scorso 14 maggio». «Entrando nel merito del problema: se il punto di frizione è costituto dal luogo di sistemazione dei materiali ancora giacenti sulla banchina di ronciglio - terre e rocce da scavo - e di quelli che dovranno poi essere prelevati per il dragaggio, allora – conclude d’Alì – sicuramente il Comune può utilmente intervenire integrando altre zone, sulla base della aggiornata pianificazione urbanistica, rispetto a quelle previste in progetto, che possano efficacemente ricevere tali materiali. Non vorrei che, infine, il fermo fosse dovuto ad una mancanza di comunicazione tra Genio Civile Opere Marittime, Consorzio ASI - nelle cui aree il progetto prevede siano sistemati questi materiali - e lo stesso Comune. Ribadendo che il livello centrale, in tempo sicuramente più rapido della prassi, ha esaurito le sue competenze autorizzative con il decreto interministeriale, c’è certamente un groviglio di incomprensione tra i livelli istituzionali, locali e regionali».

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