Mafia. Si concentrano su Francesco Luppino le nuove indagini [VIDEO]
Luppino è ritenuto uno dei principali portavoce di Matteo Messina Denaro
Francesco Luppino era stato scarcerato tre anni fa dopo l’ennesima condanna. E Luppino, ritenuto uno dei principali portavoce di Matteo Messina Denaro, pare non abbia perso tempo: da Campobello di Mazara, è tornato a tessere la sua rete di relazioni, ricostruendo un nuovo gruppo di fedelissimi attorno alla primula rossa di Castelvetrano, il fantasma che dal '93 che conosce i segreti delle stragi.
Le intercettazioni hanno confermato che Luppino sarebbe stato in stretto contatto con il latitante per la gestione del territorio. Tra gli interessi: nomine e affari fra Campobello, Mazara del Vallo e Marsala. Ma anche estorsioni e il controllo di alcune aste giudiziarie.
"E' vivo e vegeto", diceva il braccio destro di Luppino, intercettato mentre parla con un complice.
L’indagine dei carabinieri sulla rete di presunti favoreggiatori della primula rossa Matteo Messina Denaro, che ha portato oggi all’arresto di 35 persone, ruota attorno a lui a Francesco Luppino, arrestato nel 2013 nell’ambito dell’operazione Eden e poi scarcerato, indicato dagli investigatori come uno dei «fedelissimi» del boss.
L’indagine è stata coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Palermo ed eseguita dal Ros e dai colleghi del comando provinciale di Trapani, il procuratore aggiunto Paolo Guido ha disposto anche una settantina di perquisizioni in tutta la provincia di Trapani.
Nel corso delle indagini del Ros sono stati ricostruiti anche rapporti che vanno al di la della provincia di Trapani, con cosa nostra palermitana, agrigentina e catanese nel cui ambito i mafiosi trapanesi venivano indicati come «quelli che appartengono a Matteo Messina Denaro».
Il pentito Andrea Bonaccorso ha raccontato agli investigatori che il 5 novembre 2007 Matteo Messina Denaro stava raggiungendo a bordo di una panda di colore verde Salvatore Lo Piccolo a Giardinello. Era il giorno in cui il boss di San Lorenzo fu arrestato.
Matteo Messina Denaro era accompagnato da Francesco Luppino, tra i suoi uomini più fidati, e da Ferdinando Gallina boss della famiglia di Carini, alleati dei Lo Piccolo. Si accorsero dell’elicottero che dal cielo seguiva le fasi della cattura del boss che fu sorpreso assieme al figlio Sandro e ad altri due ricercati: Gaspare Pulizzi e Andrea Adamo.
Nei giorni precedenti proprio Andrea Adamo avrebbe detto a Bonaccorso che ci sarebbe stato un incontro con “un trapanese” ma non aveva detto di chi si trattava ma che bisognava “tenere gli occhi aperti”.
Quando si accorsero di quell'elicottero decisero di fare marcia indietro. In seguito Pino Scaduto, boss di Bagheria legato a Messina Denaro, avrebbe svelato a Bonaccorso che il misterioso “trapanese” era Matteo Messina Denaro. “Se i poliziotti avessero aspettato al massimo un’ora – riferì Bonaccorso – in quella casa sarebbe successo il 48”.
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