Operazione antidroga dei carabinieri a Castellammare, in manette anche i figli di un boss mafioso
In carcere anche i figli di un boss mafioso di Castellammare
Sgominata dai carabinieri del comando provinciale di Trapani, coadiuvati dai colleghi di Palermo e dallo squadrone eliportato "cacciatori sicilia" una organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti nella zona di Castellammare del Golfo, che neppure nel periodo del lockdown aveva chiuso i battenti.
Eseguite otto misure cautelari in carcere, tra questi anche i due figli di un noto boss mafioso di Castellammare, sette le misure ai domiciliari e cinque con obbligo di dimora a Castellammare. Otto le persone segnalate alla prefettura. Sequestrata cocaina e marijuana.
Gli arrestati.
In carcere finiscono Salvatore Bosco, 40 anni, Emanuela Di Bartolo, 43 anni, Davide Calabrò, 21 anni, Giuseppe Bosco, 48 anni, Massimo Catanzaro, 50 anni, Lorenzo Poma, 34 anni, Domenico Bellomonte, 26 anni, Gabriele Piazza, 35 anni.
Arresti domiciliari: per Marco Sciabica, 44 anni, Dario La Puma, 28 anni, Antonina Latona, 25 anni, Angelo Adragna, 27 anni, Sebastiano Domingo, 27 anni, Antonino Maragliotti, 31 anni, Salvatore Ferrara, 46 anni.
Obbligo di dimora per Giuseppe Di Bona, 54 anni, Ivan Ferro, 31 anni, Pietro D’Aguanno, 47 anni, Florin Beni Cucu, 23 anni, Alberto Amato, 29 anni.
L'attività d'indagine è partita dopo le dichiarazioni di una donna che allarmata per le frequentazioni del marito, si era resa conto che lo stesso aveva iniziato a consumare cocaina con frequenza periodica, indicando i nomi dei presunti pusher.
Le successive indagini, svolte anche con mezzi tecnici, hanno portato così alla luce che, nel comune di Castellammare del Golfo, tre soggetti, con l’ausilio di complici e parenti, avevano organizzato un sistema di “delivery” di marijuana e cocaina, sostanze che sarebbero state acquistate rispettivamente a Partinico e nel quartiere Zen di Palermo.
Gli scambi dello stupefacente sarebbero avvenuti vicino le abitazioni dei presunti spacciatori, presso gli unici esercizi commerciali aperti nel periodo delle piĂą stringenti misure di contenimento della pandemia.
Per evitare di dare nell’occhio infatti pusher e clienti, fra marzo e giugno 2020, si davano appuntamento davanti alle farmacie. “Passa un minuto qui in farmacia”, diceva uno dei fratelli Bosco. Altre volte le consegne avvenivano durante i festini a base di droga, organizzati in abitazioni private.
Uno dei puscher è anche indagato per estorsione, avrebbe chiesto 500 euro ad un suo conoscente con la minaccia di divulgare un video dal contenuto sessuale che lo ritraeva. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trapani che ha condiviso le risultanze investigative raccolte dai carabinieri, coordinati dalla Procura.
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