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Quali prospettive per la cannabis medica con il nuovo presidente?

17 Novembre 2017 11:00, di Redazione
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Con il passaggio di consegne alla guida della Regione Sicilia cresce l’interesse e la curiosità per capire in che modo il nuovo governatore Musumeci a...

Con il passaggio di consegne alla guida della Regione Sicilia cresce l’interesse e la curiosità per capire in che modo il nuovo governatore Musumeci affronterà determinate questioni tutt’ora aperte.Si fa riferimento a problematiche che negli ultimi mesi hanno creato qualche grattacapo ai cittadini dell’isola e che erano state lasciate in stand by in attesa di capire chi sarebbe stato il nuovo presidente eletto. Ora che le elezioni sono alle spalle e gli elettori siciliani si sono espressi, è arrivato il momento di affrontarle. Tra quelle che in campagna elettorale hanno trovato poco spazio vi è la questione della marijuana medica. In Sicilia l’annuncio di una apertura verso questo approccio terapeutico era stato dato nel 2014 dalla allora giunta Crocetta: nel concreto poi si è assistito a mesi e mesi di immobilismo durante i quali i siciliani che avevano diritto a curarsi con la terapia lo potevano fare solo a spese proprie; a cifre, tra l’altro, non certo abbordabili. Dopo che la normativa nazionale si era adeguata fissando i parametri per curarsi con la cannabis medica, nel maggio del 2016 la Sicilia aveva aperto alla possibilità di commercializzare il prodotto nelle farmacie a spese del Servizio Sanitario. Pochi mesi fa, l’altra battuta di arresto: i farmacisti siciliani, 3 in tutta l’isola, autorizzati alla produzione e distribuzione del farmaco, avevano lamentato i costi eccessivi imposti affermando che la prospettiva era di non avere margini di guadagni, ed anzi rischiare di rimetterci di tasca propria. Per questo, avevano scritto una lettera al ministro della Salute, Lorenzin, per cercare di risolvere la problematica. Altra questione, forse direttamente connessa, si è registrata nelle ultime settimane: sull’isola (e non solo, visto che la criticità si è registrata in altre regioni come ad esempio la Liguria) le scorte di cannabis medica nelle farmacie sono terminate. Con evidente disagio per i pazienti che devono assumerla. E si parla qui di tante patologie. La cannabis medica viene impiegata soprattutto per la cura del dolore cronico: di recente proprio a Palermo si è tenuto un convegno incentrato sul tema “Fibromialgia e terapie a base di cannabinoidi” con tantissimi partecipanti arrivati nel capoluogo da tutta l’isola. L’obiettivo dell’incontro era proprio quello di promuovere l’uso dei farmaci cannabinoidi per fronteggiare questa malattia poco nota, caratterizzata da dolore cronico diffuso, e che il Servizio Sanitario regionale non riconosce. Motivo per il quale, chi si vuole curare con i farmaci a base di cannabis li deve pagare da sé. Il dibattito è stato interessante e utile anche per capire quali saranno le prospettive della cannabis medica e dei malati dopo il risultato delle elezioni in Sicilia e la vittoria di Musumeci. Lo stesso neo presidente in occasione di quel dibattito (si era ancora in fase di campagna elettorale) aveva inviato una nota evidenziando la propria volontà ad avviare un dialogo e collaborazione per affrontare i problemi evidenziati. Ora che le elezioni sono già in archivio è fondamentale capire cosa si andrà concretamente a fare per la questione cannabis medica e in che modo si supporteranno i tanti pazienti che, a vario titolo, si curano con la sostanza.

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