Rogo baraccopoli, un gruppo di migranti protesta lungo la provinciale 56
La protesta è scoppiata dopo l'incendio di stanotte
Mentre le indagini dei carabinieri proseguono senza sosta per capire com'è potuto accadere l'incendio che stanotte ha distrutto la baraccopoli abusiva l’ex Calcestruzzi Selinunte, una cinquantina di migranti, ha bloccato in segno di protesta la strada provinciale 56 tra Campobello di Mazara e Selinunte. I migranti hanno sistemato pedane in legno e reti al centro della carreggiata. I migranti chiedono maggiore dignità . Chiedono che vengano guardati come un valore aggiunto perché senza la loro presenza non si potrebbero raccogliere le olive. Dicono di essere tutti fratelli sia quelli con permesso di soggiorno sia quelli sprovvisti. Sul posto carabinieri, polizia e polizia municipale.
Nell'incendio è morto Omar un cittadino senegalese di 41 anni che non è riuscito ad abbandonare per tempo la sua tenda. Il rogo è divampato intorno alle 23,30 distruggendo tutti gli alloggi di fortuna (creati anche con cartone, eternit e legno) dei migranti che in questo periodo sono impegnati nella raccolta delle olive nella zona. I 350 extracomunitari presenti sono riusciti a mettersi in salvo, uscendo in tempo prima che le fiamme avvolgessero l’intero campo. A fuoco anche due auto di proprietà di alcuni migranti.
Le quattro squadre di vigili del fuoco hanno lavorato per ore prima di avere ragione delle fiamme che hanno distrutto tutto e bonificato la zona. Il rogo sarebbe divampato da un fornellino a benzina, come hanno raccontato i lavoratori stagionali che si trovavano all’interno della struttura. Alcuni di loro hanno riferito ai carabinieri di aver visto il giovane senegalese mentre stava verificando il livello di carburante presente all’interno del serbatoio del fornellino, facendosi luce con un accendino.
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