Acqua inquinata a Raganzili, Tranchida chiede tavolo tecnico in Prefettura
Un tavolo tecnico in Prefettura per risolvere le problematiche relative al cattivo stato delle condutture idriche nel territorio comunale ericino. Lo ...
Un tavolo tecnico in Prefettura per risolvere le problematiche relative al cattivo stato delle condutture idriche nel territorio comunale ericino. Lo chiede il sindaco Tranchida sottolineando che la questione dell'acqua inquinata nel quartiere di Raganzili - emersa lo scorso mese di ottobre e tuttora esistente - non è stata risolta e quindi i cittadini non possono utilizzare l'acqua che arriva nelle case per il consumo umano, come ribadito dall'ordinanza emanata dallo stesso Tranchida lo scors mese di novembre. I lavori di sezionamento della condotta idrica, avviati dall'amministrazione comunale in sostituzione dell'Eas per individuare in tratto in cui si determina l'inquinamento non hanno consentito di individuarne la causa. Anche la riunione convocata lo scorso 28 dicembre negli uffici comunali, a cui hanno partecipato anche i rappresentanti della Protezione Civile e dell'Eas per il comparto trapanese, non ha sortito alcun effetto. In quell'occasione - riferisce il sindaco di Erice - l'ingegnere Roberto D'Asaro, delegato dal commissario dell'Eas, ribadì l'impossibilità di provvedere alla ricerca della causa d'inquinamento o di garantire tramite autobotti l'approvigionamento idrico alle utenze interessate dal problema. "Nessun riscontro in merito - sottolinea Tranchida - abbiamo avuto da parte del presidente Crocetta, dell'assessore regionale e dai dirigenti generali Dipartimento Acque e Rifiuti e della Protezione Civile regionale". Il primo cittadino di Erice ricorda che "esiste una condizione di gravità strutturale del sistema idrico ericino tale da aver fatto dichiarare al Governo regionale lo stato di calamità naturale per la fatiscente rete cittadina già nel 2008. "Inoltre - prosegue - con relazione tecnica acquisita nell'ambito di un procedimento per accertamento tecnico preventivo dinanzi il Tribunale di Trapani nel 2013, il perito nominato d'ufficio ha indicato la necessita di rifare almeno quella parte di rete idrica più ammalorata - a Casa Santa e a Pizzolungo - per evitare le carenze strutturali, perdite e cause di inquinamento causate dalla cattiva gestione dell'Eas e dalle caratteristiche dell'acqua del dissalatore di Nubia" "La situazione - afferma il sindaco - è davvero insostenibile sia per i cittadini che devono affrontare ingenti spese per rifornirsi con le autobotti private, molti dei quali non sono più nelle condizioni di sostenere i relativi costi pro-quota condominiali, sia per l'amministrazione comunale - gravata dalle difficoltà del bilancio di previsione 2015, peraltro non ancora esitato - che deve sostituirsi quotidianamente all'Eas per gli interventi di manutenzione" Per questo motivo, e per evitare il rischio che l'inquinamento possa estendersi in altre parti del territorio di Casa Santa, Tranchida chiede al prefetto Leopoldo Falco di convocare un tavolo tecnico a cui siedano, oltre al sindaco di Erice, un rappresentante del Governo regionale, il dirigente del Dipartimento regionale Acque e Rifiuti, quello della Protezione Civile regionale, il commissario regionale dell'Eas, i rappresentanti delle utenze condominiali interessate e i rappresentanti delle associazioni di tutela dei diritti dei consumatori.
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