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Trapani | Cronaca

Bufera all'Assessorato Regionale alla Salute. Indagato l'assessore Ruggero Razza

30 Marzo 2021 07:46, di Laura Spanò
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Ai domiciliari dirigente regionale due collaboratori

Gli investigatori infatti hanno accertato che si trattava di dati molto più allarmanti ma sarebbero stati nascosti dai vertici dell’assessorato alla Salute. Gli accertamenti dimostrano che sono stati alterati i numeri dei positivi e dei tamponi, e tutto questo per mantenere l’indice sotto i livelli di guardia.

Accusa pesante quella mossa dalla procura di Trapani. Stamane i carabinieri del comando provinciale di Trapani e del Nas di Palermo hanno notificato tre provvedimenti di arresti domiciliari, a una dirigente generale della Regione e a due suoi collaboratori. Indagato anche l'assessore Razza. Tutti sono accusati di vari episodi di falso materiale e ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico.

Sono invece finiti ai domiciliari: Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, il braccio destro dell’assessore Razza; Salvatore Cusimano, funzionario regionale, ed Emilio Madonia, dipendente di una ditta che gestisce i flussi informatici dell’assessorato.

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip Caterina Brignone su richiesta del procuratore di Trapani Maurizio Agnello e i PM Sara Morri e Francesca Urbani. Il Gip ha riconosciuto la fondatezza della ricostruzione dei pm e la necessità di intervenire d’urgenza, dichiarandosi incompente  – trasmettendo gli atti a Palermo. Secondo il giudice per le indagini preliminari, ci si trova di fronte a “un disegno politico scellerato”.

Per la Procura poi c’è stata piena consapevolezza dell’assessore alla Sanità Ruggero Razza sulla condotta posta in essere dalla dirigente Di Liberti, anche lui “incastrato” dalle intercettazioni, è stato sentito dire di “spalmare i morti” registrati il 4 novembre nella zona di Biancavilla (Catania), nei giorni a seguire, o ancora di “stringere un poco i numeri sui ricoveri nella giornata del 27 dicembre, “vediamo … semmai, stringiamo na picca … vediamo … va …”.

E' una inchiesta che nasce lo scorso anno quando i carabinieri indagavano su un laboratorio di Alcamo che avrebbe rilasciato centinaia di tamponi errati: negativi invece che positivi. Prendendo lo spunto da questa indagine la Procura ha deciso di fare un approfondimento presso all’assessorato regionale alla Sanità. E le intercettazioni hanno aperto uno scenario davvero incredibile. A gestire i dati era Maria Letizia Di Liberti. Le intercettazioni hanno svelato come i dati sulla diffusione del Covid 19 e sui decessi avvenuti negli ospedali già dal novembre 2020 e sino allo scorso 19 marzo sono stati falsati. Falsato tutto, dai ricoveri in terapia intensiva ai decessi ma anche i numeri sui tamponi e sui loro esiti. Tutto per non far emergere che invece la situazione epidemiologica sarebbe stata pesante. O anche per coprire le gravi lacune nel sistema sanitario dell’isola.

Contro gli indagati i pubblici ministeri hanno indicato 36 capi di imputazione. Uno scellerato disegno che ha colpito la popolazione isolana, l’alterazione dei numeri, anche quelli sui decessi, ha impedito l’adozione di misure di contenimento più severe ed efficaci contro la diffusione della pandemia nel territorio siciliano. Secondo la lettura veritiera dei dati, addirittura Palermo per un periodo sarebbe dovuto diventare “zona rossa”.

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