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Chiusura del Tribunale: lettera aperta del sindaco Errante

13 Settembre 2013 11:48, di Redazione
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"Oggi, 13 settembre è una di quelle giornate che rimarranno impresse nella memoria dei cittadini di Castelvetrano per molto tempo, oggi, infatti, è st...

"Oggi, 13 settembre è una di quelle giornate che rimarranno impresse nella memoria dei cittadini di Castelvetrano per molto tempo, oggi, infatti, è stata perpetrata ai loro danni una delle più gravi ingiustizie della Storia repubblicana, un’ingiustizia che avrà ripercussioni notevoli sull’intero tessuto economico e sociale del territorio". Comincia così la lettera che il sindaco Felice Errante ha voluto diffondere alla stampa per commentare la chiusura del Tribunale di Castelvetrano. "Oggi - prosegue il primo cittadino - si è compiuto un grave passo indietro in quel percorso di civiltà e di riscatto che si era faticosamente intrapreso negli ultimi 20 anni, grazie anche ad una classe politica locale illuminata e capace che aveva risvegliato le coscienze e mostrato alla nazione come un popolo può riscattare le sue colpe, e può intraprendere un cammino di legalità e di affermazione di quei concetti che rappresentano la pietra di paragone per un popolo. Concetti che oggi vengono miseramente calpestati con una protervia ed una mancanza di sensibilità che denota l’assoluta lontananza dalla quotidianità da parte di chi ha messo in atto questo scempio, la chiusura definitiva del Tribunale di Castelvetrano!". "Questo - prosegue Errante - è l’amaro sfogo di un avvocato, prestato alla politica, che per il grande amore che nutre per la propria città, poco più di un anno fa ha deciso di candidarsi alla guida di una comunità complessa, ricevendo quei consensi che lo hanno portato a diventare sindaco della città". "Faccio ancora fatica - si legge in un passaggio della nota - a comprendere quali possano essere state le economie e le strategie tali da far si che si possa cancellare un presidio di legalità fondamentale come il “nostro” Tribunale. Oggi la nostra città compie un balzo indietro di oltre 40 anni, perdendo quel baluardo di giustizia, che per oltre quattro decadi ha garantito il cittadino comune, ed è stato un importante presidio di legalità in un territorio di “frontiera” come il nostro. Lo Stato perde una battaglia, speriamo non decisiva, per l’affermazione di quei principi che regolano il vivere quotidiano e che oggi non potranno essere più tutelati da nessuno. Da oggi quel portone rimarrà inesorabilmente chiuso e contro quel cancello si infrangeranno le speranze dei tanti che, in un tale momento di recessione economica, trovavano nei cancellieri o negli operatori di quell’ufficio quel consiglio utile o quella parola di conforto, a titolo gratuito, e che ora non potranno più ottenere. Come rappresentante delle Istituzioni non potrò farlo, ma come semplice cittadino oggi osserverò il consiglio dell’amico e decano avvocato Giovanni Gilletta, e dichiarerò il mio personale "lutto cittadino", per una scomparsa che non potrà che avere conseguenze gravi per la nostra amata città".

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