Emergenza cinghiali in tutto il trapanese. A Castellammare arriva la segnaletica di pericolo in alcune strade
Problemi anche nelle campagne di Calatafimi e nella zona tra Campobello e Mazara del Vallo
«Segnaletica di pericolo che indichi la presenza di animali selvatici, nello specifico cinghiali, in attesa delle autorità competenti alle quali abbiamo già chiesto, circa sei mesi fa, di intervenire per la sicurezza pubblica. Il Comune non ha possibilità di azione e siamo in attesa di un tavolo tecnico con gli esperti per stabilire come procedere alla cattura e all’eventuale reimmissione in natura degli animali”. Lo fanno presente il sindaco Nicolò Rizzo e l’assessore alla Protezione Civile Leonardo D’Angelo, poiché in città si è ripresentato il problema dei cinghiali che scorrazzano per le vie di Castellammare del Golfo soprattutto nelle ore notturne, e più volte hanno invaso trafficate vie cittadine.
L’amministrazione comunale invita alla prudenza gli automobilisti posizionando dei segnali che indichino la presenza dei cinghiali precisamente in via San Paolo della Croce, viale Umberto I fino all’incrocio con la strada per Guidaloca e via Bocca della Carrubba.
Problemi anche nelle campagne di Calatafimi, dove i cinghiali stanno da mesi distruggendo campi di ortaggi e non solo, mettendo in serio pericolo la stessa incolumitĂ degli agricoltori che giornalmente si recano nei loro terreni.
Difficoltà anche nelle cittadine di Campobello di Mazara e a Mazara del Vallo. “I danni alle colture causati dai cinghiali – spiega Matteo Paladino, vice presidente della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) Sicilia Occidentale – stanno aumentando anno dopo anno anche nella provincia di Trapani, mandando in fumo investimenti, sudore e sacrifici di tante imprese agricole del territorio. In particolare, nelle zone limitrofe alla Riserva naturale Gorghi Tondi, a Mazara del Vallo, dove branchi di ungulati (cinghiali) hanno preso d’assalto le colture, soprattutto quelle di anguria che sono in piena maturazione e produzione. Secondo le stime dei produttori della Cia, si accusano perdite fino al 40% del raccolto. “Sono ormai numerose le segnalazioni che arrivano agli uffici e ai tecnici della Cia di Mazara – spiega Paladino, vice presidente della Cia Sicilia Occidentale –. Non solo le angurie sono in pericolo, ma anche le altre coltivazioni orticole e i vigneti. La frustrazione e l'esasperazione, tra gli agricoltori, sono alle stelle davanti ai loro raccolti distrutti e con scarse possibilità di ottenere un risarcimento dei danni da parte della Regione o degli enti locali”.
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