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Palermo | Cronaca

Guardia di Finanza Palermo: eseguito un sequestro di beni per 43 milioni di euro

24 Novembre 2023 10:07, di Redazione
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Tra i beni sequestrati una villa a Favignana

Il Tribunale di Palermo, Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso due decreti di sequestro nei confronti di due imprenditori: il palermitano Salvatore Rubino, 62 anni e Christian Tortora di 47 anni di Battipaglia (Sa). Referenti secondo gli investigatori, di un gruppo societario contiguo alle famiglie mafiose di Pagliarelli, Porta Nuova, Palermo Centro, Brancaccio e Noce. Il  sequestro è stato eseguito dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo.

Sotto sequestro 3 immobili, tra i quali una villa di particolare pregio nell’isola di Favignana e ancora: quote di capitale e compendi aziendali di 11 società, con sede nelle province di Milano, Roma, Salerno e Palermo e  45 rapporti finanziari, costituiti da conti correnti, conti deposito, depositi titoli, polizze assicurative e buoni postali, per un valore complessivo di circa 43 milioni di euro.

Le indagini

La ricostruzione operata dalla Procura della Repubblica – D.D.A., si basa sugli esiti delle indagini svolte dal GICO nell’ambito dell’operazione  “ALL IN”, che avrebbe fornito la dimostrazione della sistematica ricerca del potere economico da parte di “Cosa nostra” infiltratasi nel lucroso settore della gestione dei giochi e delle scommesse sportive.

Le investigazioni avrebbero delineato l’esistenza di un gruppo di imprese che gravitavano attorno alle figure vicine al boss Francesco Paolo Maniscalco e dei due  imprenditori collusi che mettevano a disposizione dei principali mandamenti mafiosi palermitani, in un rapporto di reciproco vantaggio, le proprie abilità per acquisire la disponibilità di numerose licenze e concessioni statali rilasciate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per l’esercizio della raccolta delle scommesse, fino alla creazione di un “impero economico” costituito da società formalmente intestate a “prestanome”, che nel tempo erano giunte a gestire volumi di gioco per circa 100 milioni di euro.

Una attività investigativa che già nel giugno e novembre del 2020, avevano consentito di eseguire misure cautelari personali nei confronti di 25 soggetti, indagati a vario titolo per partecipazione e concorso esterno in associazione di stampo mafioso, trasferimento fraudolento di valori (con l’aggravante di aver favorito Cosa nostra), associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e all’esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse. Per queste vicende i principali indagati, tra i quali i destinatari dei provvedimenti di sequestro di oggi  sono stati già condannati con sentenza del Tribunale di Palermo, confermata dalla Corte d’Appello del 20 luglio scorso.

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