Incendio deposito rifiuti, la Procura apre inchiesta per disastro ambientale
La Procura della Repubblica di Trapani ha aperto un'inchiesta, al momento a carico di ignoti, per disastro ambiental sull'incendio, divampato nel pome...
La Procura della Repubblica di Trapani ha aperto un'inchiesta, al momento a carico di ignoti, per disastro ambiental sull'incendio, divampato nel pomeriggio di domenica scorsa ad Alcamo nel deposito per la raccolta differenziata dei rifiuti di contrada Sasi. Il rogo, che ha prodotto un'altissima nube nera di fumo che ha coperto per lungo tempo la città , è stato spento dopo più di 24 ore, con l'intervento dei Canadair. Sul posto erano presenti, sin dall'inizio, squadre dei Vigili del fuoco e della Protezione civile. "L'ARPA non ha ancora fornito i dati sulla qualità dell'aria - ha dichiarato il sindaco di Alcamo Domenico Surdi - ma dalle analisi effettuate dai Vigili del fuoco, con le loro strumentazioni, la qualità rientra nei parametri di sicurezza". Le dichiarazioni del direttore regionale dell’ARPA, Francesco Licata di Baucina, rilasciate ad alcuni organi di informazione - prosegue Surdi - non sono altro che considerazioni di carattere generale, corrispondenti alle prescrizioni precauzionali già impartite con le mie ordinanze. Della situazione si sta occupando costantemente il  Nucleo altamente specializzato dell’ARPA di Palermo che fornirà quanto prima i dati in corso di elaborazione". In attesa di nuove comunicazioni il primo cittadino di Alcamo invita la cittadinanza a rispettare l’ordinanza emessa il 31 luglio”. Secondo Gioacchino Genchi, ex dirigente chimico del Servizio sicurezza alimentare del Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell'Assessorato regionale della Salute - la situazione è simile a quella di un incendio in cui siamo intervenuti nella discarica di Bellolampo. L'emissione è analoga ma in proporzioni più ridotte. Èchiaro che si sono sviluppate sostanze tossiche, come gli idrocarburi policiclici aromatici, ma c'è da comprendere, nella più brutta delle ipotesi, se si sono anche sprigionate sostanze ancora più tossiche come la diossina e il furano, composti estremamente pericolosi a tal punto che basta una quantità minima per essere tossici". Il pericolo per la salute sembra, in questa prima fase, legato all'inalazione tramite l'aria ma, secondo i tecnici, bisognerà stabilire l'effetto a lungo termine delle dovuto alla deposizione delle sostanze sul terreno, sulle coltivazioni e sugli alberi. Secondo Genchi  è necessario predisporre un piano per monitorare sia nei pressi dell'impianto sia per un'area di chilometri attorno, i terreni, gli alimenti e la filiera dei prodotti latterio-caseari per verificare se le sostanze chimiche sono entrate nella catena alimentare. "Se così fosse la precauzione sarebbe quella di non consumare, o lavare accuratamente e per lungo tempo, gli alimenti contaminati". Nel capannone andato a fuoco, destinato allo stoccaggio dei rifiuti differenziati, erano contenuti carta, legno e plastica ma, il dato non è ancora certo, potrebbero esservi stati anche rifiuti solidi urbani, quindi materiale indifferenziato. Il dato verrà , oltre che dai sopralluoghi, dall'esame delle autorizzazioni concesse. Nell'impianto, di proprietà dell'imprenditore alcamese Vincenzo D'Angelo, venivano conferiti materiali provenienti da diversi comuni della Sicilia. Sull'episodio è intervenuto anche l'assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi, a margine di una conferenza stampa a Palermo: "Spero che non si tratti di disastro ambientale - ha detto - . Stiamo seguendo passo passo l'evoluzione delle situazioneè, nelle prossime ore, avrò un quadro più preciso anche per individuare quali rimedi attuare tempestivamente per quanto riguarda le mie competenze". Già da ieri l'Asp di Trapani ha avviato una serie di controlli, con il proprio personale, su colture, animali e acque dell'area interessata.
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