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Trapani | Cronaca

Moby Prince, la conclusione choc "C'era una terza nave"

15 Settembre 2022 19:48, di Redazione
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E' la conclusione della seconda commissione parlamentare d'inchiesta

“Oggi il Parlamento ha fatto il suo dovere sanando quella che era una ferita per la coscienza civile e morale del nostro Paese”: così ha detto Andrea Romano, presidente della commissione d’inchiesta sul disastro della nave Moby Prince, a margine della relazione conclusiva.

A bordo del Moby Prince quella sera del 10 aprile 1991 c’erano quattro trapanesi: Antonino Campo, 26 anni, marinaio; Salvatore Ilari, 31anni, secondo ufficiale di macchina; Gaspare La Vespa, 31 anni, terzo ufficiale di macchina; Rosario Romano, 24 anni, macchinista. I quattro marittimi trapanesi non fecero più ritorno a casa dalla nave dove erano imbarcati

Andrea Romano, commentando le conclusioni della commissione, ha precisato: “La Moby Prince è andata a collidere con la petroliera Agip Abruzzo per colpa della presenza di una terza nave comparsa improvvisamente davanti al traghetto che provocò una virata a sinistra che ha poi determinato l’incidente”.

Come riporta l’Ansa, il deputato ha però sottolineato che questa terza nave, ad oggi, non è stata ancora trovata. E si tratta dell’unico rimpianto di Romano, che ha aggiunto: “Peccato che la conclusione anticipata della legislatura ci ha impedito di identificare con certezza questa imbarcazione“.

Il disastro della Moby Prince si è verificato la sera del 10 aprile del 1991, quando il traghetto con a bordo 141 passeggeri andò a collidere con la petroliera Agip Abruzzo, che si trovava ormeggiata in una zona di divieto di ancoraggio del porto di Livorno.

In seguito all’impatto si sviluppò un incendio che provocò la morte di tutti i passeggeri, tranne uno, l’unico sopravvissuto, che riuscì a mettersi in salvo con il racconto di quella terribile notte).Sul disastro permangono ancora alcuni punti oscuri, su cui in trent’anni non è mai stata fatta luce e che la commissione parlamentare d’inchiesta aveva l’obiettivo di chiarire.

Le ipotesi e i punti oscuri

Sebbene sulla vicenda aleggino ancora molte ombre, la conclusione della seconda commissione parlamentare d’inchiesta non dà adito a dubbi: a provocare l’incidente è stata una terza imbarcazione, che la Moby Prince ha schivato con una repentina manovra che però ha spinto la nave verso la petroliera ormeggiata. Non furono la nebbia, né la scarsa visibilità, né le correnti marine a causare la collisione, ma la comparsa improvvisa di una terza imbarcazione che, secondo le ipotesi, sarebbe potuta essere una bettolina o un peschereccio somalo. “Sono state ricostruite con vari documenti o misure fatte da strumenti che si trovavano in quell’area – ha detto Romano – le conclusioni sono che visibilità di fronte al porto di Livorno era buona se non ottima, vento di pochi nodi, mare calmo e corrente marina ininfluente”.

L’accusa di Andrea Romano

Prima di dedicare un pensiero alle famiglie delle vittime, Andrea Romano ha lanciato una grave accusa: “C’è chi ha rimestato nel torbido alzando una cortina di falsità che ha impedito di arrivare alla verità. Che era molto chiara e poteva essere accertata molti anni fa se non addirittura nell’immediatezza”.

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