Processo Quater Strage di Pizzolungo, il comune di Erice ha chiesto un milione di euro a titolo di risarcimento
Il procedimento penale si celebra a Caltanissetta, presente stamane anche Margherita Asta
E’ questa la richiesta a titolo di risarcimento di tutti i danni subiti, presentata nell’udienza di oggi, dedicata alla discussione delle parti civile, dall’avv. Domenico Grassa che rappresenta il Comune di Erice nel «Pizzolungo quater», il procedimento penale che si celebra a Caltanissetta nei confronti di Vincenzo Galatolo, rinviato a giudizio per la strage mafiosa di Pizzolungo del 2 aprile 1985, l’attentato contro il magistrato Carlo Palermo, nel quale persero la vita Barbara Rizzo Asta, di 33 anni, e i suoi gemellini di 6 anni, Salvatore e Giuseppe Asta. Una strage su cui, nonostante i 34 anni trascorsi e i ben tre processi effettuati, ancora non ha consegnato una completa verità , in particolare sui motivi che portarono Cosa nostra a colpire un magistrato che solo da quaranta giorni si era trasferito in Sicilia, a Trapani, dopo essere stato protagonista di delicatissime indagini presso il Tribunale di Trento.
Per la strage sono stati condannati all'ergastolo quali mandanti i capi mafia di Palermo e Trapani, Totò Riina e Vincenzo Virga, quali soggetti che portarono a Trapani il tritolo usato per l'autobomba, i mafiosi palermitani Nino Madonia e Balduccio Di Maggio. Il boss palermitano Vincenzo Galatolo, è al vertice di una famiglia, quella dell'Acquasanta, particolarmente vicina ad ambienti “deviati” dei servizi segreti.
Nel 1989, erano stati proprio i Galatolo ad aver organizzato il fallito attentato all’Addaura a Giovanni Falcone. Quell’attentato che lo stesso giudice aveva attribuito a “menti raffinatissime”. E la strage di Pizzolungo, nel suo contorno, presenta le medesime trame oscure. Il nuovo processo si è aperto grazie alle dichiarazioni della figlia “ribelle” Giovanna Galatolo e del pentito Francesco Onorato. Lo scorso settembre il procuratore aggiunto di Caltanissetta Gabriele Paci, al termine della sua requisitoria, ha chiesto una pena a 30 anni di carcere per il capomafia. Oggi, dopo tre mesi, si è tornati in aula con le discussioni delle parti civili del processo, i sopravvissuti all'attentato, il giudice Carlo Palermo, l’autista Rosario Maggio, e gli agenti di scorta, Raffaele Di Mercurio, Antonio Ruggirello e Salvatore La Porta.
Difesa dall'avvocato di Enza Rando, parte civile è anche Margherita Asta, la figlia più grande di Barbara Rizzo e sorella maggiore di Giuseppe e Salvatore, che da quel lontano 1985 continua a chiedere verità e giustizia.
Presente all’udienza di oggi, in rappresentanza del Comune di Erice, il vice Sindaco Gian Rosario Simonte ed ancora Margherita Asta ed il suo legale di parte civile, l’Avv. Enza Rando.
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