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Ricorso di Scala. Annullare le liste fuori legge

13 Novembre 2017 10:58, di
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L’ex sindaco di Alcamo ed ex presidente dell’Anci regionale Giacomo Scala, candidato nelle scorse elezioni regionali nella lista Sicilia Futura-Psi, h...

L’ex sindaco di Alcamo ed ex presidente dell’Anci regionale Giacomo Scala, candidato nelle scorse elezioni regionali nella lista Sicilia Futura-Psi, ha presentato una nota di opposizione all'ufficio centrale circoscrizionale di Trapani e a quello regionale di Palermo. Oggetto della nota, quanto precedentemente avevano segnalato il candidato presidente Francesco Busalacchi e le sue liste, che erano state escluse dalla competizione elettorale, vale a dire la mancata applicazione della legge Severino. Secondo Scala, molti candidati non hanno depositato la dichiarazione in autocertificazione prevista dalla legge Severino, dichiarazione con cui il candidato dichiarava di non rientrare nell’elenco delle cause ostative (su tutte, condanna per corruzione e concussione). Tale dichiarazione è obbligatoria per chi si candida. Gli aspiranti deputati regionali non avrebbero adempiti a questo obbligo ritenendo sufficiente compilare i facsimili proposti dal sito dell’assessorato regionale, facsimili che non fanno cenno alcuno alla legge Severino. Insomma, a parole tutti per la legalità, nei fatti, disattesa. Da qui la decisione di Scala che, , dopo aver acquisito, attraverso i suo legale avvocato Fabio Sammartano, gli atti depositati dagli altri candidati in provincia di Trapani ed averne constatato diverse irregolarità, ha presentato opposizione all'ufficio centrale circoscrizionale di Trapani e a quello regionale di Palermo chiedendo di annullare i voti dei candidati non in regola. Secondo i ricorrenti «La Regione ha ritenuto che il problema fosse superabile sei i moduli avessero fatto riferimento all'articolo 15 della legge 55 del 1990 e alle sue successive modifiche, ma non è così. Quella legge, infatti, tra le cause ostative alla candidabilità inserisce solo i reati di mafia. La legge Severino non solo abroga l'articolo 15 della legge del '90, ma amplia moltissimo il raggio a tutta un'altra serie di reati». Ed a chi sostiene che, essendo la Regione siciliana a statuto speciale, la legge Severino andasse recepita con una norma regionale, cosa che non è stata fatta, il legale di Scala ribatte che «la stessa legge Severino, all'articolo 14, espressamente prevede che l'applicazione si estende automaticamente anche alle regioni a statuto speciale come la Sicilia». Con il conseguente riconteggio dei voti che potrebbe portare a ribaltoni regionali. Per tornare al collegio di Trapani, qui si potrebbe andare anche ad una nuova ripartizione dei seggi. Insomma, caos totale, frutto della “specialità” della Regione Sicilia.

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