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Salemi, infinito botta e risposta tra Sgarbi e Agnese Borsellino. - Trapani Oggi

Salemi, infinito botta e risposta tra Sgarbi e Agnese Borsellino.

26 Marzo 2012 22:47, di Niki Mazzara
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ROMA – Vittorio Sgarbi replica all’ennesima nota di Agnese Piraino Leto, vedova di Paolo Borsellino:«Sono orgoglioso di quello che ho fatto e anche di...

ROMA – Vittorio Sgarbi replica all’ennesima nota di Agnese Piraino Leto, vedova di Paolo Borsellino:«Sono orgoglioso di quello che ho fatto e anche di quello che farò, se mi sarò consentito. Non mi vergogno di nulla e non accetto nessuna forma di intimidazione. Amo troppo mia madre per non capire che una madre farebbe qualunque cosa per difendere suo figlio, ma amo troppo la libertà e la verità per accettare forme di prepotenza che impediscano la parola in nome di una presunzione di primato dell’onestà.  Nulla di quello che ha detto Agnese Borsellino può essere ritrattato o inteso come strumentalizzazione (la cui sola insinuazione mi appare offensiva). Io ho denunciato al ministro dell’Interno e denuncerò alla magistratura l’abuso di ufficio di Manfredi Borsellino, che ha mandato quelli che, impropriamente, chiama i «suoi uomini», a pretendere da una radio libera copia di una registrazione per produrre una insensata smentita. Non si può smentire la storia. E neppure la visita cordiale e le parole di stima di Agnese Borsellino a Salemi. Si possono citare le parole di Garibaldi ? Si possono citare le parole di Falcone, anche se di molti anni fa, se possono essere un monito o un auspicio per il presente ? Io ho ritenuto opportuno, in difesa della Sicilia, mortificata da false accuse delle stesse forze deviate dello Stato che hanno tradito Paolo Borsellino (generali o marescialli che siano) citare le parole di Agnese Borsellino, inequivocabili e non di circostanza. Né vedo per quale prudenza o riservatezza (in un’epoca dominata da intercettazioni di parole private) avrei dovuto ignorarle o tacerle, essendo state espresse pubblicamente, come dichiarazioni, e come tante belle frasi che si tramandano sulla lapidi: «Come siciliana sono felicissima della scelta di Sgarbi che dal Nord ha scelto di fare il sindaco di una cittadina siciliana». Si parla, nello specifico, del ruolo di sindaco, non di illustre critico d’arte che già in precedenza Agnese Borsellino aveva onorato della sua considerazione. E ancora, a perenne smentita di ogni smentita, nella prospettiva di un futuro che la siciliana Agnese Borsellino, prima che la mamma, auspicava; «Auguriamoci che ci siano tanti Vittorio Sgarbi che possano portare qualcosa di nuovo in altre realtà della Sicilia». Posso capire che l’amore di mamma sia più forte dell’amore per la Sicilia, ma non è un problema mio. Agnese dica al figlio di comportarsi con rispetto delle istituzioni, di non abusare del suo potere, di non chiamare i poliziotti «suoi» (giacché non sono «suoi» cari, come lei) e avrà non il mio silenzio, ma la mia comprensione come madre.  Non si aspetti che io ceda su un punto in cui la sua libertà non era condizionata dal velo degli affetti. A meno che, entrando lei e il figlio nella campagna elettorale, non la vogliano condizionare fino al punto di impormi di rinunciare alla candidatura a sindaco di Cefalù,  per la quale non ho alcun interesse personale, ma soltanto la sollecitazione e la condivisione delle parole della Borsellino. Osservando, infine, che i suoi interventi hanno evidentemente la natura non di reazioni a belle parole, che non ci sarebbe ragione di nascondere (e che, a questo punto, non escludo, di trasferire in una lapide, di cui, forse, la Borsellino si vorrà vergognare ma che non potrà negare, e di cui, certo, con le ingiustizie che io ho patito dopo tanto lavoro a Salemi, non potrà ricredersi) ma a sollecitazioni che vengono, per interessi personali e probabilmente politici, del figlio. Aggiungo che, avendo riconosciuto affinità fra il carattere di suo marito e il mio, la Borsellino potrà capire che io reagisco soltanto per amore di giustizia, contro ogni luogo comune o finzione. Ma, ripeto, se lei vuole, ritirando i suoi auguri, che io interrompa quella che lei ha chiamato, spontaneamente, «azione  missionaria», posso senza difficoltà andarmene dalla Sicilia per lasciarla nelle mani di chi vuole modellarla a sua immagine e somiglianza».Intanto il Ministro degli Interni Cancellieri non ha voluto rispondere agli appunti mossegli da Sgarbi.

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