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Trentanni fa il fallito attentato all'allora Commissario Rino Germanà - Trapani Oggi

Mazara del Vallo | Cronaca

Trentanni fa il fallito attentato all'allora Commissario Rino Germanà

09 Settembre 2022 07:55, di Laura Spanò
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Faceva parte del commando anche Matteo Messina Denaro

Pochi mesi erano trascorsi in Sicilia dagli attentati di Carini prima e di Via D'Amelio dopo e la mafia, quello zoccolo duro di cui ancora rimane traccia profonda oggi in questa provincia di finti perbenisti, grazie alla presenza del "fantasma" di Matteo Messina Denaro compiva un altro attentato eclatante contro un altro servitore dello Stato integerrimo, il commissario di polizia di Mazara del Vallo, Rino GermanĂ .

Quel 14 settembre del 1992 lo ricordo come se fosse oggi

Un commando di killer di Cosa Nostra composto da Matteo Messina Denaro, Leoluca Bagarella e Giuseppe Graviano, tentò di uccidere l'allora Commissario di Polizia di Mazara del Vallo Calogero Germanà (detto Rino). Il piano criminale della mafia però fallì. Germanà, che transitava con la sua fiat Panda sul lungomare Fata Morgana di Tonnarella, si accorse di essere seguito da una fiat Tipo con a bordo i killer, che spararono colpi di kalashnikov contro la sua auto. Abbandonò l'auto e pistola in pugno si riparò in spiaggia rispondendo al fuoco. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto i killer desistettero e Germanà, ferito di striscio, fu soccorso da alcuni bagnanti e residenti e poi trasferito in tutta fretta in una località segreta. Oggi Rino Germanà è in pensione. L'ultimo incarico ricoperto in Polizia è stato di Questore di Piacenza fino al 2017.

Proprio quella mattina del 14 settembre 1992, chi scrive aveva un appuntamento per una intervista con il dottore Rino GermanĂ . Un appuntamento preso alcuni giorni prima per uno speciale che sarebbe andato sull'Emittente televisiva RTC, sulle faide in quel momento in corso in tutta la provincia di Trapani e che avevano lasciato sulle strade intanto morti, feriti e con loro anche le cosiddette lupare bianche. C'era voluta tanta fatica per avere quel "si", GermanĂ  era molto riservato e rilasciava poche interviste. Ma aveva detto si e l'appuntamento era stato fissato per quella mattina del 14 settembre 1992. La notizia ci colse di sorpresa mentre in auto ci stavano recando a Mazara del Vallo con la troupe. E quando arrivammo in cittĂ  c'era giĂ  il coprifuoco ovunque. Ricordi che vengono alla mente ogni anno questi.

Germanà aveva iniziato la sua carriera alla Digos ad Enna, prima di diventare dirigente delle Squadre Mobili di Agrigento e Trapani, a capo della Criminalpol siciliana, braccio destro di Paolo Borsellino sia quando era procuratore a Marsala sia quando divenne procuratore aggiunto a Palermo. Lavorarono insieme su indagini delicate: omicidi di mafia, massoneria, traffico internazionale di droga. Ma si concentrarono anche sugli intrecci tra mafia, politica e banche, fino a scoprire il vero peso criminale che Matteo Messina Denaro aveva nell’organigramma di Cosa nostra siciliana.

Proprio durante queste indagini, il Viminale lo rimandò a fare il commissario a Mazara del Vallo, un trasferimento anomalo per un funzionario del suo grado. A Mazara, poco tempo dopo il suo arrivo, il 14 settembre 1992 un commando mafioso tentò di ucciderlo. Ucciso Borsellino (che arrivato a Palermo lo avrebbe rivoluto al suo fianco, ma non ebbe il tempo di chiederlo), Rino Germanà si ritrovò catapultato nel passato, al processo per il suo tentato omicidio il pm Andrea Tarondo, che chiese e ottenne le condanne per mandanti ed esecutori di quell’agguato, non fece mistero di una sua convinzione e che cioè una “manina” aveva scritto quel trasferimento di Germanà a Mazara, quasi a portarlo a pochi metri dagli assassini più spietati di Cosa nostra. In quel 1992 Rino Germanà era finito nell’elenco delle persone che perché avevano dato fastidio alla mafia o potevano darne ancora, andavano eliminate, questo era l’ordine di Totò Riina.

La cronaca di quell’agguato sul lungomare Tonnarella di Mazara è da film, ma non fu un film. Germanà era in auto e si accorse di essere seguito, dietro un’auto che gli chiedeva spazio per il sorpasso, con la coda dell’occhio vede la canna di un fucile puntare contro di lui, la frenata, i colpi che cominciano a sentirsi, lui che scende dall’auto e fugge tra i bagnanti, si getta in auto, mentre dall’auto che lo seguiva si continua a sparare, l’auto percorre per un paio di volte la strada costiera, poi il commando capisce che non ha più nulla da fare e scappa via. Pochissime ore dopo Rino Germanà e la sua famiglia non si troveranno più a Mazara, portati lontani dalla Sicilia, dove non tornerà più per moltissimi anni. Nel frattempo non troverà importanti scrivanie ad attenderlo, addirittura per un periodo sarà il dirigente del commissariato di Polizia presso l’aeroporto di Bologna. Lo Stato sa piangere i suoi morti, i funzionari e gli investigatori fedeli, bravi e sopravvissuti spesso finiscono con l’essere dimenticati ancora prima dei morti. Ci vorranno  anni perché Germanà torni in carriera, prima questore a Forlì poi a Piacenza.

Memorabile rimane la sua lezione davanti agli studenti  del Mattei di Fiorenzuola nel maggio del 2012 a cui sono presente.

“Sapete – domanda ai ragazzi – cosa ci differenzia dai mafiosi? E sapete cosa unisce me, poliziotto, e voi studenti, contro la mafia?”. Non si sente parlare nessuno, non è imbarazzo, c’è semmai la voglia di sapere quale sono le risposte. E Germanà la fornisce subito la risposta, perché alle due domande è la stessa: E’ il sorriso!”. Una consapevole risata rompe il ghiaccio. E il questore di Piacenza spiega: “Noi sorridiamo, i mafiosi no, noi siamo uniti dal sapere sorridere”. E continua: “E sapete cosa testimonia un sorriso?”. “Il sorriso è la prova che noi abbiamo dei sentimenti, i mafiosi non hanno il sorriso e non hanno i sentimenti”. Ma è solo il sorriso che ci differenzia dai mafiosi, continua a chiedere Germanà: “Noi abbiamo il desiderio di vivere, la mafia no, la mafia parla solo di morte, noi abbiamo il desiderio della conoscenza, la mafia è contro la conoscenza dei fatti, e la conoscenza è importante, perché se conosciamo siamo liberi, la conoscenza libera e ci…libera”.

Il trentennale a Mazara

Mercoledì prossimo 14 settembre ricorre il trentennale di quel fallito attentato e la Città di Mazara del Vallo, l'amministrazione Salvatore Quinci, assieme a "Libera - Nomi e numeri contro le mafie", all'associazione nazionale Funzionari di Polizia ed alla sezione di Trapani dell'associazione Polizia di Stato, commemorerà l'evento con una manifestazione che sarà caratterizzata da tre significativi momenti alla presenza dello stesso Rino Germanà. Per lui un ritorno a Mazara del Vallo dove è già tornato anni dopo l'attentato (nel 1999 ha ritirato la cittadinanza onoraria conferitagli nel 1997).

Programma 14 settembre 2022

 Memoria: il primo momento si svolgerà proprio nei pressi del luogo dell'attentato. Dinanzi alla chiesa di Santa Chiara del lungomare Fata Morgana alle ore 9,30 verrà scoperta una lapide in ricordo di quel drammatico evento. Insieme a Rino Germanà interverranno il sindaco Salvatore Quinci ed il vescovo Domenico Mogavero unitamente ad autorità civili e militari. 

Impegno: dalle ore 18 nel chiostro del Palazzo dei Carmelitani il giornalista Rino Giacalone dialogherà con Rino Germanà con la partecipazione dei magistrati Massimo Russo e Massimo Corleo.

Speranza: dalle ore 21 nel chiostro del Collegio dei Gesuiti di piazza Plebiscito concerto della Libera Orchestra Popolare.

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