Trapani Oggi

Trivellazioni a Pantelleria - Trapani Oggi

Trivellazioni a Pantelleria

07 Ottobre 2010 13:15, di Niki Mazzara
visite 644

Pantelleria,7 ottobre 2010 – Il sottosegretario Roberto Menia rispondendo ieri alla interrogazione, presentata lo scorso 16 settembre dal senatore Ant...

Pantelleria,7 ottobre 2010 – Il sottosegretario Roberto Menia rispondendo ieri alla interrogazione, presentata lo scorso 16 settembre dal senatore Antonio d’Alì,relativa alle indagini petrolifere della società ADX ENERGY (già "Audax Energy) al largo di Pantelleria ha confermato “che la piattaforma petrolifera che ha operato sul sito denominato Lambouka-l, risulta essere stata posizionata in una zona di mare ricadente all’interno della piattaforma continentale tunisina, poco oltre il limite delle tredici miglia dall’isola di Pantelleria che segna il confine tra la piattaforma continentale italiana e quella tunisina (accordo italo-tunisino sulle acque di rispettiva giurisdizione, legge n. 347 del 3 giugno 1978)”. Il giacimento Lambouka-I, ha però spiegato il sottosegretario citando fonti della stessa ADX ENERGY, “è un grande blocco di 70 chilometri quadrati contenente tre potenziali serbatoi di idrocarburi e uno dei giacimenti potrebbe estendersi fino a sei o sette miglia dalle coste di Pantelleria”. Circostanza per cui si dovrà tenere conto tanto dell’accordo italo-tunisino, tanto della convenzione di Barcellona sulla protezione del Mediterraneo dall'inquinamento marino del 1976. “La concessione è stata data dal Governo tunisino fuori dalle acque territoriale italiane - ha commentato D'Alì -. Tuttavia, la vastità del campo porta a 'sconfinare' anche in acque italiane specialmente per quanto riguarda l'estensione dell’ambiente marino e del sottosuolo interessato. Per queste riteniamo che, interloquendo con Tunisi ma anche nelle sedi internazionali appropriate e meglio ancora a livello EuroMediterraneo, il Governo italiano si debba spendere per un accordo generale volto ad evitare un'attività elusiva dei trattati, per vietare in via definitiva ulteriori attività di perforazione adiacenti alle nostre acque ed evitare conseguenze perniciose dal punto di vista ambientale”. D’Alì fa implicitamente riferimento all’art. 4 dell’accordo italo-tunisino: qualora i giacimenti di risorse naturali si estendano dalle due parti della linea di delimitazione della piattaforma continentale, con la conseguenza che le risorse individuate in un’area appartenente a uno Stato potrebbero essere sfruttate dal lato della piattaforma continentale appartenente all’altro Stato, è previsto che Italia e Tunisia debbano concertare un ulteriore accordo. Poiché appare opportuno che il Governo Italiano attivi immediatamente una interlocuzione con le autorità tunisine d’Alì ha preannunciato un suo prossimo intervento presso il Ministero degli esteri perché si raggiunga  subito una intesa di moratoria tanto delle prospezioni quanto delle trivellazioni. D’Alì, infine, dichiarandosi soddisfatto della articolata risposta del sottosegretario Menia ha comunque voluto ricordare che per il futuro “a seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 128 del 2010 non deve considerarsi più possibile adottare decisioni di esclusione dalla procedura VIA di progetti relativi ad attività di ricerca di idrocarburi”. Il riferimento è all’intervento sul Testo unico ambientale, dallo stesso d’Alì sollecitato, operato attraverso la commissione ambiente e recepito dal Governo, che tra l’altro vieta la concessione di nuove autorizzazioni di ricerca di idrocarburi entro le 12 miglia dalle aree marine e costiere protette. Simona Licata

© Riproduzione riservata

Ti potrebbero interessare
Altre Notizie