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Favignana | Cronaca

Trovato telefono cellulare nella disponibilità di un detenuto

26 Novembre 2017 10:54, di Ornella Fulco
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Torna al centro delle cronache la Casa di reclusione di Favignana dove, alcune settimane fa, si era consumata la clamorosa evasione di tre detenuti, p...

Torna al centro delle cronache la Casa di reclusione di Favignana dove, alcune settimane fa, si era consumata la clamorosa evasione di tre detenuti, poi arrestati - mentre provavano a lasciare l'isola - da Carabinieri e Polizia Penitenziaria. Questa volta a fare notizia è il ritrovamento, giovedì scorso, di un telefono cellulare, perfettamente funzionante, nella disponibilità di un detenuto. Si tratta del catanese Antonino Speziale, condannato a otto anni, poi ridotti a sei, per la morte del poliziotto Filippo Raciti avvenuta, al termine della partita contro il Palermo, allo stadio "Cibali" di Catania il 2 febbraio 2007. Il giovane, all'epoca dei fatti minorenne, è stato condannato per omicidio preterintenzionale insieme a Daniele Natale Micale, che era, invece, maggiorenne e venne arrestato un anno dopo il tragico episodio. Prima recluso nella Casa circondariale di Trapani, era stato trasferito nella struttura detentiva di Favignana per motivi di ordine e sicurezza. A dare la notizia del ritrovamento è stato il SAPPE, sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria. “Nella tarda serata di giovedì, un detenuto ha chiesto di andare in infermeria perché stava male”, spiega Lillo Navarra, segretario per la Sicilia del SAPPE, che prosegue: "Accompagnato dall’agente di servizio per le cure dovute,  con la scusa di chiedere un po’ di farina che lui aveva terminato, ha chiesto di avvicinarsi ad un’altra cella, occupata da quattro persone". Il poliziotto si è insospettito e, nel controllare il barattolo, è stato trovato un telefono cellulare perfettamente funzionante. "A nostro avviso - commenta Donato Capece, segretario generale SAPPE - appaiono indispensabili, nei penitenziari per adulti e per minori, interventi immediati, compresa la possibilità di 'schermare' gli Istituti per neutralizzare la possibilità di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e quella di dotare tutti i reparti di Polizia Penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenità lavorativa ed efficienza istituzionale, anche attraverso adeguati ed urgenti stanziamenti finanziari". Resta da chiarire come, e con quali complicità, l'apparecchio telefonico sia stato introdotto nel carcere dell'isola sfuggendo, in precedenza, ai controlli.

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