A casa gli ultimi due componenti dell'"Anna Madre"
Immagine di repertorio Sono tornati a casa, dopo venti giorni trascorsi a Sfax e uno sciopero della fame, Giacomo Giacalone e Salvatore Calia, coman...
[caption id="attachment_110741" align="alignleft" width="200"] Immagine di repertorio[/caption] Sono tornati a casa, dopo venti giorni trascorsi a Sfax e uno sciopero della fame, Giacomo Giacalone e Salvatore Calia, comandante e direttore di macchina del peschereccio "Anna Madre", sequestrato nella notte tra il 15 e il 16 settembre dalle motovedette tunisine in acque internazionali. L'imbarcazione rimarrà invece a Sfax fino alla metà di ottobre. Il rientro dei marittimi è stato consentito dopo una lunga trattativa che si è risolta, ha reso noto il ministro Angelino Alfano, «grazie anche all’intervento della nostra diplomazia». Diversamente dagli altri otto componenti dell’equipaggio, già rientrati da giorni a Mazara del Vallo, i due marittimi erano stati trattenuti fino a quando la società armatrice - la Pesca giovane srl - non avesse pagato l’ammenda per il dissequestro. Inizialmente la Commissione interministeriale tunisina aveva chiesto 69 mila euro che l’armatore Giampiero Giacalone aveva ritenuto eccessiva, poi la multa è stata ridotta a 34.500 euro. «La forte riduzione della sanzione - dice una nota dell’ambasciata italiana a Tunisi - è stata accolta con soddisfazione dall’armatore determinando così le condizioni per lo svincolo dell’imbarcazione e il rientro dei nostri due connazionali». Tutti, aggiunge l’ambasciata, hanno «mostrato senso di responsabilità e contribuito così al buon esito finale». Il motopesca "Anna Madre" era già sfuggito a un tentativo di sequestro, a opera dei militari tunisini, lo scorso 2 agosto, sempre in acque internazionali. In quell'occasione dalle motovedette tunisine era stati esplosi alcuni colpi di arma da fuoco.
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