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Alfonso Tumbarello risponde alle domande del Gip

09 Febbraio 2023 13:34, di Laura Spanò
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Lo ha detto il suo legale l'avvocato Giuseppe Pantaleo

Il dottore Alfonso Tumbarello, arrestato due giorni fa dai Ros nell'ambito dell'inchiesta scaturita dall'arresto di Matteo Messina Denaro, ha risposto alle domande del giudice sottoponendosi all'interrogatorio di garanzia avvenuto stamane nel carcere Pagliarelli di Palermo, dove è ristretto.

“Ha risposto alle domande che gli sono state poste. Ha quindi intenzione e interesse che venga accertata la verità”. Così ha riferito all'uscita dal carcere Pagliarelli di Palermo il suo legale, l'avvocato marsalese Giuseppe Pantaleo. Naturalmente il legale ha glissato sui contenuti delle dichiarazioni del suo assistito “che non si è avvalso della facoltà di non rispondere”. L'avvocato Pantaleo non ha neppure voluto rispondere sul merito dell'inchiesta giudiziaria e sulle accuse mosse al suo assistito “per riservatezza e rispetto alle indagini”, ha detto.

“E' una persona che sta vivendo un momento di difficoltà – ha detto invece Pantaleo parlando delle condizioni fisiche di Tumbarello – come qualunque persona che si trovi in una condizione di restrizione della libertà”. Da quello che si sa Tumbarello ha raccontato di aver appreso che a Bonafede era stato diagnosticato il tumore e di essersi limitato, senza visitarlo, a prescrivergli terapie e accertamenti che poi gli avrebbe fatto avere tramite il cugino. Ha anche affermato che il suo assistito aveva espresso il desiderio che non si sapesse della malattia, circostanza che ai suoi occhi spiegava certi suoi comportamenti, tra i quali il fatto che non andasse personalmente allo studio. Tumbarello ha però ammesso di aver fatto da tramite tra l'ex sindaco di Castelvetrano Vaccarino e il fratello di Messina Denaro, Salvatore.

Tumbarello è stato arrestato con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico, con lui in manette anche Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra di Campobello che ha prestato l'identità al padrino, finito in cella con le accuse di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravati.

L’indagine che ha portato all’arresto dei due è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Piero Padova e Gianluca De Lei.

Alfonso Tumbarello, per due anni, ha avuto in cura il boss al quale ha prescritto 137 tra farmaci, analisi e terapie intestandole falsamente al geometra Bonafede, suo assistito che godeva di ottima salute, pur sapendo che il suo paziente era in realtĂ  il capomafia ricercato.

Non ha voluto invece rilasciare nessuna dichiarazione l'avvocato Maria Passante, legale dell'altro Andrea Bonafede coinvolto in questa vicenda. Ma da quanto si apprende Andrea Bonafede,  ha sostenuto di aver solo assecondato le richieste del cugino che diceva di essere gravemente ammalato e di aver fatto la spola tra lui e il medico per avere e consegnare i documenti sanitari necessari per le terapie. Bonafede  fungeva da postino per le comunicazioni tra il dottore e Messina Denaro: secondo i pm gli avrebbe fatto avere le ricette di Tumbarello e avrebbe preso in consegna e dato al dottore la documentazione sanitaria che Messina Denaro riceveva durante le terapie.

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