Beni confiscati alla mafia, Schifani: “Finanziati tre progetti”, uno a Salemi
La Regione ho ottenuto un finanziamento di quasi dieci milioni di euro attraverso i fondi del Pnrr
âTre beni immobili confiscati alla mafia saranno ristrutturati e valorizzati grazie un finanziamento di quasi dieci milioni di euro ottenuto dalla Regione Siciliana attraverso i fondi del Pnrrâ. Ad annunciarlo il governatore Renato Schifani, che ha appena avuto notificato il provvedimento da parte dellâAgenzia per la coesione territoriale.Â
Schifani
âĂ un importante traguardo â sottolinea il presidente Schifani â raggiunto dalla Regione sul tema della valorizzazione dei beni confiscati alla criminalitĂ organizzata. Un progetto avviato dal precedente governo e che adesso ha avuto un nuovo impulso. Un risultato che è stato possibile raggiungere grazie a unâestesa rete di collaborazione istituzionale tra soggetti pubblici e privati e che dĂ Â il senso della forza dello Stato contro la mafia. Sottrarre i beni illeciti alla criminalitĂ e restituirli alla collettivitĂ per fini sociali rappresenta un grande esempio di civiltĂ â.Â
I tre progetti, presentati attraverso il dipartimento regionale delle Finanze dellâassessorato allâEconomia, riguardano: la Masseria di Contrada vecchia a Salemi, che avrĂ 2 milioni di euro; il feudo di Verbumcaudo a Polizzi Generosa, che ha ottenuto 5,3 milioni di euro; Palazzo Alicò di via delle Croci a Palermo, attuale sede dellâassessorato dei Beni culturali, con 2,5 milioni di euro.
A Salemi, nel Trapanese, verrĂ riqualificato un caseggiato di contrada Masseria Vecchia a circa 9 chilometri dal centro abitato, definitivamente confiscato nel 1987 alla famiglia Miceli. Prevista la realizzazione di un magazzino per il deposito delle attrezzature agricole e la costruzione di un edificio per le sementi e parte dei raccolti provenienti dalle coltivazioni dei terreni gestiti dalla Coop âRita Atria-Libera Terraâ.
La vicenda della Masseria Vecchia
In contrada Masseria Vecchia câè un terreno, 70 ettari, appartenuti ad un narcotraficcante mafioso Salvatore Miceli, nipote di un vecchio capo mafia e per ereditĂ diventato anche lui tale. Miceli era cosĂŹ importante da potersi permettere di parlare senza tanti vincoli del capo della cupola siciliana, Bernardo Provenzano, e fargli avere i suoi âconsigliâ attraverso il geometra palermitano Pino Lipari. Luogo dâincontro spesso San Vito Lo Capo, dove âBinnuâ ogni tanto sarebbe andato a trascorrere le ferie al mare. Questo terreno, quello di Masseria Vecchia, è stato confiscato a Miceli, dopo un lungo iter cominciato negli anni â80 e concluso con la confisca a metĂ degli anni 2000.
Questo terreno nel gennaio 2007 fu assegnato al Comune di Salemi perchĂŠ doveva essere il Comune a provvedere al successivo affido in gestione, poi però tornò nella piena disponibilitĂ dello Stato: il Comune di Salemi non lo diede mai in gestione e lâagenzia nazionale per i beni confiscati decretò la revoca dellâassegnazione riprendendosi il bene. Salvatore Totò Miceli, si trova nelle patrie galere, dopo avere concluso la sua latitanza âdorataâ. Fu catturato dai carabinieri allâuscita di uno dei piĂš lussuosi alberghi di Caracas, capitale del Venezuela. Lui per oltre un decennio aveva fatto del Sudamerica la sua seconda residenza, si occupava di export di cocaina dalla Colombia verso la Sicilia. E in Venezuela a dargli gli ordini sarebbe giunto addirittura il mafioso piĂš ricercato Matteo Messina Denaro, il boss del Belice.
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