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Si sente sempre più parlare di mercato del CBD, di percentuali di THC, di nomi di sostanze come cannabidiolo e tetraidrocannab
Si sente sempre più parlare di mercato del CBD, di percentuali di THC, di nomi di sostanze come cannabidiolo e tetraidrocannabidiolo, di canapa, marijuana e cannabis, di effetti psicoattivi e non... Vediamo di capirne di più.Sono molte oramai le fonti che scrivono con nonchalance dei tomi interi sui benefici del cbd ,ma sono davvero chiari i concetti di base? Seppure sia chiaro che il CBD ha delle proprietà incredibilmente benefiche, abbiamo davvero capito che cosa è?
L’informazione e i media non hanno fatto un buon lavoro in questo ambito andando anzi ad alimentare la confusione terminologica e aggiungendo al tutto una sorta di alone ideologico.
Nulla di utile dunque alla comprensione della materia. Vediamo qui di seguito di fare un po’ di chiarezza e di aiutare il lettore a destreggiarsi tra terminologie e concetti.
I principi di base
Cominciamo con il dire che la canapa, la marijuana, la cannabis appartengono tutte ad una stessa famiglia di piante. La pianta, in sostanza è la stessa seppure, in alcuni Paesi, si usano termini differenti per alludere alle concentrazioni di THC (vedremo più avanti che cos’è quest’ultimo).
La marijuana prevede un tasso di THC molto più alto rispetto alla canapa, ad esempio. Almeno così dovrebbe essere secondo la prassi più tradizionale, ma fondamentalmente, è bene ribadirlo, la pianta è soltanto una.
Adesso veniamo a parlare di che cosa è il THC. Il tetraidrocannabidiolo è una molecola che è contenuta nella cannabis. Si tratta di una sostanza che dà degli effetti psicoattivi. Con “effetto psicoattivo” ci si riferisce a delle alterazioni della percezione spazio temporale e ad un generale senso di euforia.
All’interno della pianta di canapa vi è anche un’altra molecola chiamata cannabidiolo che non ha alcun effetto psicoattivo ma che produce senso di rilassamento ed ha proprietà antiossidanti, antidolorifiche e antinfiammatorie.
Il cannabidiolo è chiamato in maniera più semplice con la sigla CBD. Questa sostanza, in poche parole, è la parte buona della pianta che non dà nessun tipo di assuefazione e che offre solo proprietà benefiche.
Ne consegue che i prodotti a base di CBD ospitano al loro interno solo delle alte concentrazioni di CBD appunto ed offrono solo marginalissime, o addirittura nulle, presenze di THC.
Com’ è evidente tutta la polemica sulle sostanze legali e non, potrebbe essere discussa con molta semplicità, ma sembra esistere una volontà contraria che porta anche organi importanti ad esprimersi con terminologie vaghe e scorrette.
E’ questo il caso, a mo’ di esempio, della Corte Suprema di Cassazione che nel 2019 si espresse in una sentenza, che generò non poche polemiche e conflittualità, con termini come “efficacia drogante”.
Un termine che non aveva ragion d’essere visto che si può indicare con precisione la molecola responsabile degli effetti psicoattivi, ma l’espressione “drogante” ebbe un maggior appeal nei media nazionali.
Che cos’ è legale e cosa no
In Italia, nonostante la tendenza alle polemiche, grazie alla legge 242 entrata in vigore il 14 Gennaio 2017, è perfettamente legale la produzione e la commercializzazione di prodotti derivanti da canapa light.
Cosa si intende per canapa o cannabis light nel nostro Paese? Si intendono prodotti che hanno un tasso di THC che non supera lo 0.6%. Per avere un riferimento si pensi che la marijuana che si vende illegalmente offre tassi di THC del 30%.
La legalità del CBD è confermata anche dalle normative europee che però impostano il limite più in basso, allo 0.2%. E’ del tutto evidente dunque che il CBD, di per sé, è del tutto legale.
Le percentuali invece di THC sono variamente regolamentate in tutto il mondo, ma possiamo bene intendere che è questa molecola ad essere presa di mira dalle leggi a causa dei suoi effetti psicoattivi.
Attualmente sul suolo italiano sono presenti più di mille negozi, distributori automatici e quant’altro in un giro d’affari che ha superato di molto i 40 milioni d’euro annui.
Quali sono i benefici della cannabis light
I prodotti derivati dalla cannabis light, anche chiamata cannabis depotenziata, offrono una serie di proprietà benefiche che hanno spinto le aziende che trattano il CBD a creare sempre un maggior numero di prodotti.
Bibite, bevande varie, alimenti, formulazioni farmaceutiche, prodotti cosmetici, oli, cristalli, l’elenco potrebbe essere davvero molto lungo e variopinto.
I prodotti a base di cannabis con alti contenuti di CBD si rivelano efficaci in molte situazioni specialmente per il relax di corpo e della mente e per alleviare alcune condizioni dolorose.
E’ particolarmente apprezzato, l’olio di CBD, ad esempio, perché le sue proprietà analgesiche agiscono con efficacia e rapidità nella lotta a patologie come dolore cronico, cancro, epilessia, convulsioni e ansia.
Infatti il CBD va ad agire con i neurotrasmettitori con il chiaro intento di attivare il sistema immunitario, alleviando di conseguenza il dolore, e regolando appetito e sonno.
Il CBD inoltre va anche a operare sui recettori del cervello andando così a regolare i livelli di serotonina che è il neurotrasmettitore coinvolto nella gestione dell’umore e dei comportamenti sociali.
A tali fini è dunque molto consigliato l’uso di CBD a chi ha patologie dolorose ma anche a chi ha sviluppato problemi d’ansia o di depressione.
Si rivela molto utile anche ai malati di tumore che possono ricevere l’effetto analgesico andando al contempo a frenare gli effetti negativi delle cure farmaceutiche per queste patologie (nausea e vomito).
Non solo. Questa molecola si rivela d’aiuto anche a chi soffre di disturbi dell’alimentazione: il CBD stimola l’appetito e protegge comunque con il suo effetto antiossidante e antinfiammatorio.
Tra le tantissime proprietà dei prodotti a base di CBD c’è da ricordare anche quella di andare a regolare la produzione di sebo e di contrastare le infiammazioni alle origini dell’acne.
Le proprietà antiossidanti e rilassanti del CBD sono particolarmente apprezzate anche da chi soffre di pressione sanguigna alta. Infatti questi prodotti aiutano a prevenire infarti, ictus e sindrome metabolica.
L’effetto antipsicotico del cannabidiolo è molto utile anche nel trattamento di pazienti soggetti a schizofrenia e quelli che vivono problemi legati alle dipendenze.
Molto apprezzato il CBD anche nella prevenzione e nella riduzione del diabete: le sue proprietà antinfiammatorie infatti riducono i livelli di diabete fino al 56%.
Si sente sempre piĂą parlare di mercato del CBD, di percentuali di THC, di nomi di sostanze come cannabidiolo e tetraidrocannabidiolo, di canapa, marijuana e cannabis, di effetti psicoattivi e non... Vediamo di capirne di piĂą.
Sono molte oramai le fonti che scrivono con nonchalance dei tomi interi sui benefici del cbd ,ma sono davvero chiari i concetti di base? Seppure sia chiaro che il CBD ha delle proprietà incredibilmente benefiche, abbiamo davvero capito che cosa è?
L’informazione e i media non hanno fatto un buon lavoro in questo ambito andando anzi ad alimentare la confusione terminologica e aggiungendo al tutto una sorta di alone ideologico.
Nulla di utile dunque alla comprensione della materia. Vediamo qui di seguito di fare un po’ di chiarezza e di aiutare il lettore a destreggiarsi tra terminologie e concetti.
Cominciamo con il dire che la canapa, la marijuana, la cannabis appartengono tutte ad una stessa famiglia di piante. La pianta, in sostanza è la stessa seppure, in alcuni Paesi, si usano termini differenti per alludere alle concentrazioni di THC (vedremo più avanti che cos’è quest’ultimo).
La marijuana prevede un tasso di THC molto più alto rispetto alla canapa, ad esempio. Almeno così dovrebbe essere secondo la prassi più tradizionale, ma fondamentalmente, è bene ribadirlo, la pianta è soltanto una.
Adesso veniamo a parlare di che cosa è il THC. Il tetraidrocannabidiolo è una molecola che è contenuta nella cannabis. Si tratta di una sostanza che dà degli effetti psicoattivi. Con “effetto psicoattivo” ci si riferisce a delle alterazioni della percezione spazio temporale e ad un generale senso di euforia.
All’interno della pianta di canapa vi è anche un’altra molecola chiamata cannabidiolo che non ha alcun effetto psicoattivo ma che produce senso di rilassamento ed ha proprietà antiossidanti, antidolorifiche e antinfiammatorie.
Il cannabidiolo è chiamato in maniera più semplice con la sigla CBD. Questa sostanza, in poche parole, è la parte buona della pianta che non dà nessun tipo di assuefazione e che offre solo proprietà benefiche.
Ne consegue che i prodotti a base di CBD ospitano al loro interno solo delle alte concentrazioni di CBD appunto ed offrono solo marginalissime, o addirittura nulle, presenze di THC.
Com’ è evidente tutta la polemica sulle sostanze legali e non, potrebbe essere discussa con molta semplicità , ma sembra esistere una volontà contraria che porta anche organi importanti ad esprimersi con terminologie vaghe e scorrette.
E’ questo il caso, a mo’ di esempio, della Corte Suprema di Cassazione che nel 2019 si espresse in una sentenza, che generò non poche polemiche e conflittualità , con termini come “efficacia drogante”.
Un termine che non aveva ragion d’essere visto che si può indicare con precisione la molecola responsabile degli effetti psicoattivi, ma l’espressione “drogante” ebbe un maggior appeal nei media nazionali.
Che cos’ è legale e cosa no
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