Trapani Oggi

Erice, il sindaco Tranchida: consiglio comunali tra la gente. - Trapani Oggi

Economia |

Erice, il sindaco Tranchida: consiglio comunali tra la gente.

26 Settembre 2012 16:03, di Niki Mazzara
visite 697

Erice, 26 settembre 2012- Una lettera aperta ai suoi concittadini per ribadire un concetto che gli è caro da tempo: i consigli comunali debbono teners...

Erice, 26 settembre 2012- Una lettera aperta ai suoi concittadini per ribadire un concetto che gli è caro da tempo: i consigli comunali debbono tenersi fra la gente e nel territorio al fine di  favorire la partecipazione e dare  informazione ai cittadini sulle scelte politico/amministrative. Nella lettera io sindaco Giacomo Tranchida scrive” ancora una volta ritengo opportuno ritornare sull’argomento, non solo per sottolineare la posizione dell'Amministrazione Comunale e al riguardo politicamente, in coerente attuazione del programma di governo indirizzare l'impegno dei Consiglieri di maggioranza, in primo luogo di quelli eletti nelle liste civiche che portavano il mio nome, ma anche per fugare individuali e sibillini allarmismi e/o contenere gravi preoccupazioni alimentate, anche in buona fede, da Associazioni, come “Salvare Erice”, a cui va tutta la mia personale stima e vicinanza. Andiamo per ordine: la Politica, quella con la “P” maiuscola, scrive Tranchida,  non può stare rinchiusa nelle “segrete” stanze del centro-storico, al pari, deve ritornare a stare in mezzo alla Gente, poiché essa, la Politica e dunque la buona Amministrazione della Cosa Pubblica, deve ritornare a confrontarsi ed essere “giudicata” dai Cittadini. A me, per il mio modo – certamente discutibile - di essere impegnato nella società, poco piace la politica della Casta rinchiusa nelle Sezioni, molto di più, quella della partecipazione, aperta e plurale. Così come per niente mi piace la Casta di Senatori e Deputati nominati al Parlamento, diversamente dall’elezione diretta e voluta dal Popolo. Parto, scrive ancora Tranchida,  da questa breve premessa – che mi auguro sia condivisa dalla maggioranza della popolazione - per chiarire che non può ancora sfuggire ai più, che il modus operandi della politica (e dunque il Governo delle nostre Città e del nostro Paese) ha allontanato i Cittadini. Noi abbiamo la pretesa, e lo abbiamo dimostrato con centinaia di Cittadini candidatesi nelle nostre liste, di riportare la Politica in mezzo alla Gente. Anche andando a trovare i Cittadini a “casa”. Sarà forse controcorrente rispetto al sistema della televisione-dipendenza, ma tale erculeo sforzo non solo ha interpretato il sentire maggioritario dei Cittadini, ma ha anche provocato ammenda ai Partiti tradizionalmente impegnati nel gestire il potere rinchiuso nelle ovattate stanze, garantendo alla Città di Erice tutta, il progressivo e necessario rinnovamento della classe dirigente. Sicuramente impensabile, ma non è forse stata e dal basso una rivoluzione democratica, civile e partecipata?!?  Ecco perché l’esigenza-dovere di (ri)portare la Politica e anche talune sedute del Consiglio comunale nel territorio e in mezzo alla Gente. A maggior ragione per tutti quegli argomenti che, in particolar modo, interessano direttamente e in primo luogo quella/e comunità al pari ericine. Tale scelta, afferma Tranchida, va intesa come prassi Odinaria , cioè, come scelta politica di un modus operandi per l’attuazione di un progetto di governo che ha la pretesa di non limitarsi a difendere il “feudo”, chiuso in una roccaforte prestigiosa, bensì di far sentire e diventare politicamente attiva tutta la comunità ericina! Un dovere dunque semplice del Consiglio comunale, non Straordinario. Faccio un esempio …le proposte di prossimo/futuro esame del Consiglio comunale: “Variante Zona Franca Urbana”, a seguire quella dell’ex Campo Bianco, del Campus Universitario, ecc., non si ritiene forse prassi condivisibile che dette sedute abbiano a tenersi a San Giuliano-San Cusumano (ove insiste un terzodella popolazione ericina!!!) e che, diversamente, sono le comunità di primo interesse per le prospettate opere/interventi? Ed ancora, se il Comitato di Quartiere ci propone di modificare l’attuale denominazione della località di Pizzolungo (che vogliamo far diventare Frazione), in Pizzolungo-Piana di Anchise, anche qui, non è normale, opportuno, serio e corretto, che in primo luogo quella comunità abbia ad essere protagonista e “partecipe” di un dibattito – confronto che necessariamente avrà a nascere e definirsi in una delibera consiliare e che riguarda innanzitutto il “proprio” domicilio personale per i cittadini del luogo? E così via… al pari per argomenti che possano interessare altre “storiche” località di valle, oggi inglobate dentro l’agglomerato urbano dell’anonima “Casa Santa”. Quale sarebbe, pertanto, si interroga Tranchida, la lesa maestà a Erice capoluogo, alla magnificenza Storica e Culturale di Erice, se proprio gli attuali modesti (e parlo per me) figli, oggi impegnati nell’onerosa responsabilità al meglio di rappresentarla, fanno invece diventare Erice più Grande, riuscendo nell’impresa possibile di far sentire più unita, solidale e compartecipe tutta la propria Gente …anche oltre gli attuali confini geo-politici? Ebbene, con garbo, a taluni, che forse non vogliono vedere oltre il proprio naso, inviterei a fare memoria e rileggersi il …Castronovo, anche perché i “ritorni” storici, diversamente, si chiam(er)an(n)o Grande Città (alias Trapani)... Lo si prenda come uno sfogo, ma davanti a cotanta ottusità e spocchioso egoismo pseudo-culturale di alcuni, non posso nascondere che mi sono finanche mortificato, da cittadino e da Sindaco, quando nella passata legislatura, la comunità (ericina) parrocchiale dei fedeli di Nostra Signora Di Fatima, di fatto sia stata “costretta” a fare colletta ed affittarsi il pullman per salire in vetta a “sostenere” le ragioni della variante per la realizzazione della nuova auspicata Chiesa di Trentapiedi, aspettando il “miracolo” del Consiglio comunale che …cincischiava al fresco. Stessa storia per i poveri “cristi” ambulanti di San Giuliano, costretti a raccomandarsi a destra e manca per sopravvivere non avendo la tutela del Piano delle Aree Pubbliche per il Commercio. Quella/e vicenda/e mi hanno ricordato quando un tempo, dalle campagne che furono la ricchezza ericina…, per un misero pezzo di carta si saliva in “processione” a Erice, a cavallo di mulo o a piedi. Poi a riscuotere il censo, a cavallo invece partivano dalla vetta gli emissari per la valle. E il primo Sindaco fuori dal notabile potere di vetta, ericino nativo di valle, ma non gradito al colluso e ristretto potere di vetta, ci lasciò anche la vita, ammazzato. Sappiamo poi, come andò a finire, e quante comunità, a malincuore ma giustamente, furono costrette a separarsi dalla madre vetta! Mi si dirà oggi sono altri tempi e in 12 minuti le comunità di valle interessate possono salire al Monte e ci stà anche la funivia… Vero è, così come è vero che la coesione ericino-territoriale ha subito una crescente “aggressione” politica inaudita negli ultimi 10 anni… che non è finita e non finirà..,   così come è vero che facilmente 20 Consiglieri possono riunirsi financo a Ballata a spese proprie …e (diversamente da oggi …) saranno anche osservati dai cittadini se all’ora di pranzo, magari qualcuno scappa, lasciando in tredici l’ordine del giorno dei lavori del Consiglio, per tornare il giorno dopo e avere la giustificazione per non andare a lavorare o a pigliare altro gettone. Certo, il Presidente del Consiglio comunale Ninni Romano settimane fa mi ha anche detto dell’idea – di queste ore sollecitata anche da rappresentanti di forze politiche non rappresentate in Consiglio comunale - della trasmissione in diretta streaming sul web delle sedute del Consiglio comunale. E al riguardo abbiamo convenuto che l’Esperto in comunicazione se ne occuperà nella prossima e imminente rivisitazione del sito internet del Comune, assieme al bollettino telematico “comuneinforma”. Ma non può tale soluzione essere considerata esaustiva, non fosse altro perché la cara signora e “anonima” cittadina ericina “’za Pippina” non ha e non sa usare il computer e, forse, neanche il telefonino…, e comunque non ha intenzione di utilizzare i risparmi della pensione per tali investimenti… Fra 10 anni, ne parleremo... ma fra 4,5 anni, il capoluogo potrebbe essere ..Trapani?!? E questo io non lo voglio e per migliaia di motivi, e non a caso “ci butto sangue” – anche insieme a tanti altri - e da ieri ci lavoro anche per il domani. Certo, il dramma dello spopolamento e la stagione di crisi economica più generale ci assillano nel quotidiano e, forse, c’impediscono di vedere oltre… ma se oggi le cose non vanno bene, domani, diventando mera frazione…(!), per il Capoluogo sarà inevitabilmente peggio?!? Questa, conclude Tranchida,  è la sfida innanzi a noi, insieme all’interrogativo vero che chi ama e disinteressatamente Erice deve avere la forza di porsi, buttando il cuore anche oltre la cinta delle Mura Puniche, sforzandosi di leggere e costruire oggi il futuro che verrà …e che ha il sapore di antico, ma nuovo!

© Riproduzione riservata

Ti potrebbero interessare
Altre Notizie