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Castelvetrano | Cronaca

Fatture false in salsa cinese

20 Maggio 2019 12:47, di Redazione
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Il titolare di un gran bazar evadeva imposte per pilotare fallimenti

Arresti domiciliari e sequestro preventivo per un cinese titolare di una ditta individuale e di due società, mcon cui gestiva un grande magazzino made in Cina a Castelvetrano. Li ha effettuati la  Tenenza della Guardia di Finanza di Castelvetrano, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala. Secondo i magistrati le conclusioni di una complessa indagine della Tenenza avrebbero accertato che l’imprenditore avrebbe distratto l’avviamento commerciale e denaro per oltre 4,1 milioni di euro e non avrebbe  pagato  imposte che ammontano complessivamente a 3,9 milioni di euro. L’imprenditore, dopo essersi avvalso di un collaudato sistema di frode fiscale scoperto dalla Guardia di Finanza nel mese di settembre 2018 e connesso all’utilizzazione di migliaia di fatture per operazioni inesistenti emesse da 31 società “cartiere” aventi sedi dichiarate nei principali poli commerciali italiani, ha creato una serie di schermi giuridici con lo scopo di sottrarsi al pagamento delle imposte e di ostacolare numerose azioni esecutive proposte dai lavoratori italiani per Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e mensilità mai percepite.

A far partite le indagini i dipendenti, stanchi dei ritmi massacranti e delle continue minacce di licenziamento, che si erano rivolti ai finanzieri di Castelvetrano i quale,  effettuato un controllo fiscale nei confronti dell’impresa, avrebbe scoperto la presenza di sette  lavoratori irregolari, mentre altri quattro  erano stati individuati a seguito di ulteriori approfondimenti. E’ emerso anche che il titolare del Gran Bazar, unitamente al consulente del lavoro, aveva costretto i lavoratori italiani, con continue minacce, a sottoscrivere una richiesta di liquidazione mensile del TFR, poi mai corrisposto, per complessivi 400 mila euro. I controlli della Guardia di Finanza, i debiti con i dipendenti e l’esposizione con il Fisco hanno spinto il titolare di fatto della ditta a distrarre il compendio aziendale e a trasferire i dipendenti facendo confluire tutti gli assets in un nuovo soggetto giuridico, intestato fittiziamente ai familiari. Le attività di polizia giudiziaria eseguite nel mese di settembre 2018, però, hanno costretto l’imprenditore a creare un’ulteriore società-schermo nella quale trasferire ancora una volta i lavoratori e l’avviamento lasciando tutti i debiti nel vecchio soggetto giuridico.

Dopo aver ricostruito il vorticoso meccanismo fraudolento i finanzieri hanno immediatamente notiziato il Pubblico Ministero il quale ha presentato al Tribunale Fallimentare due istanze dichiarative di fallimento con riguardo alla ditta individuale e alla 2 società, entrambe ormai prive di assets e fortemente indebitate con i dipendenti e con l’Erario. Per tali condotte distrattive sono stati denunciati 5 cittadini di nazionalità cinese, che si aggiungono alle 32 persone già segnalate all’Autorità Giudiziaria nella precedente fase ispettiva. Ritenuti sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari, attesa l’elevata pericolosità economico-finanziaria dell’ideatore del meccanismo di frode, il Giudice per le Indagini Preliminari, su proposta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, ha disposto la misura degli arresti domiciliari e il sequestro delle quote sociali, dei conti correnti e dei compendi aziendali di tutte le imprese interessate, che saranno ora gestite da un amministratore giudiziario. L’attività di servizio in parola testimonia l’efficacia dell’operato della Guardia di Finanza nella sistematica attività di contrasto ai più insidiosi meccanismi di frode fiscale e ai delitti fallimentari, allo scopo di salvaguardare gli interessi dei lavoratori nonché delle imprese rispettose delle regole.

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