I nomi delle vittime dell'incidente sul lavoro a Casteldaccia
La ditta Quadrifoglio è specializzata nella gestione dei rifiuti e manutenzione acquedotti, gasdotti e oleodotti
Ore 21,39 - Aggiornamento - Il titolare dell'azienda era Epifanio Alsazia, 71 anni, che insieme al figlio gestiva la Quadrifoglio Group. Stando alle prime informazioni, anche il figlio del 71enne sarebbe rimasto coinvolto nell'incidente. L'uomo era originario di Partinico (Palermo) insieme a Ignazio Giordano, di 57 anni. Da tempo il 71enne lavorava con la squadra che al momento della tragedia si è trovata a Casteldaccia. Con lui e con il 57enne vi era anche Giuseppe Miraglia, di 47 anni. L'operaio, il più giovane tra le vittime, era originario di San Cipirello. Con loro vi era anche Roberto Raneri, di Alcamo (Trapani) e Giuseppe La Barbera. L'uomo sarebbe l'unico lavoratore interinale dell'Amap.
L'operaio che ha lanciato l'allarme
L'unico operaio rimasto illeso è Giovanni D'Aleo. L'uomo non si è calato nel tombino come invece hanno fatto gli altri lavoratori. "All'improvviso ho sentito i miei colleghi che gridavano – ha raccontato l'uomo alle agenzie di stampa presenti sul posto – e ho lanciato l'allarme. Non voglio dire altro". D'Aleo è apparso comprensibilmente scosso per quanto accaduto. Durante tutto il tempo dei soccorsi, è rimasto in prossimità del luogo della tragedia.
Il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio, ha sottolineato che nell'ambiente dove gli operai avrebbero dovuto effettuare le operazioni di manutenzione vi erano livelli di idrogeno solforato dieci volte oltre il limite consentito e che i lavoratori trovati all'interno del tombino non avevano con loro le maschere protettive.
Ore 17,55 - Questi i nomi delle cinque vittime dell'incidente sul lavoro a Casteldaccia.
Epifanio Alsazia, 71 anni, dovrebbe essere il contitolare della ditta Quatrifoglio di Partinico; Giuseppe Miraglia; Roberto Raneri, 50anni; Ignazio Giordano, 59 anni e Giuseppe La Barbera.
Ancora increduli per la morte dei loro congiunti, gli operai Epifanio Alsazia, Giuseppe La Barbera, Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, Ignazio Giordano. Grida di dolore, abbracci e la richiesta ai vigili del fuoco e agli inquirenti di spiegazioni sulle cause della tragedia.
Gli operai stavano lavorando al secondo livello dell’impianto. Un sistema di scale li ha portati giù fino a 5-6 metri di profondità . I vigili del fuoco hanno trovato tre corpi dentro la vasca di liquami, una cisterna 5 metri per 5 con 80 centimetri di reflui. Altri tre operai giacevano sulla soletta che separa i due livelli dell’impianto, uno di questi è ancora vivo e ricoverato al Policlinico di Palermo. Da qui l’ipotesi che gli operai possano avere cercato di salvare i colleghi che si erano sentiti male. Un tentativo disperato che ha finito per uccidere anche loro
Sono morti uno dietro l'altro calandosi in un tombino dell'impianto fognario. E' questa la prima ricostruzione della strage sul lavoro avvenuta a Casteldaccia che ha causato cinque morti mentre un sesto è ricoverato in ospedale in gravissime condizioni. Tre operai erano scesi nella vasca interrata per i lavori, sono rimasti intossicati ma hanno avuto la forza di chiedere aiuto prima di morire. Sono accorsi altri quattro colleghi e due li loro sono morti a loro volta. Dei due rimasti vivi uno è in gravi condizioni.
Fondata nel 2005, la Quadrifoglio group Srl di Partinico, in provincia di Palermo, che stava eseguendo i lavori a Casteldaccia dove è avvenuta la strage sul lavoro per conto dell’Amap, è una ditta specializzata nella gestione dei rifiuti ma anche nella manutenzione di acquedotti, gasdotti ed oleodotti. Occupa 24 dipendenti e ha un fatturato di circa 1 milione di euro. Il titolare, Antonino Di Salvo, 67 anni, è un imprenditore di lunga data, con una consolidata esperienza di appalti nella pubblica amministrazione. Chi lo conosce lo definisce «un gran lavoratore, una persona scrupolosa e molto attenta anche con i suoi operai». L’azienda ha sede a Partinico, in via Milano 95.
Di Salvo, che si trovava negli Stati Uniti per il matrimonio di un parente, doveva rientrare in Italia in queste ore. Fino a stamattina pare che avesse ricevuto dai suoi operai le foto del lavoro che stavano portando avanti dando indicazioni per telefono su come procedere.
I lavori si stavano svolgendo in prossimità delle Cantine Duca di Salaparuta.
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