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Erice | Cronaca

Il business del rione San Giuliano: tra fumo e cocco basato

29 Aprile 2024 05:53, di Laura Spanò
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E chi gestiva l'attività illegale prometteva di ingrandire il mercato

"Di fumo hai fatto 820 euro e di cocco basato 710". I pusher erano soddisfatti. La giornata di spaccio era andata bene. Come del resto anche le altre perché nelle casse della banda, a conduzione familiare, entravano in media 2000 euro al giorno. A stroncare il business da capogiro gli agenti della Squadra mobile di Trapani. Dieci arresti nel popolare rione San Giuliano da sempre roccaforte della droga.

E prima di essere sgominato il gruppo pensava di allargare il volume di affari. Emerge da una intercettazione. Un fornitore promette al capo del sodalizio, un trapanese di 40 anni che gestiva la "piazza" con l' ausilio della moglie e del figlio minorenne, una grossa partita di droga. " Tu vedrai all' anno prossimo cosa mi arriva. Il fumo te lo vengo a portare con il cavallo". Cocaina, crack e marijuana venivamo smerciati in due abitazioni della via Ciullo d' Alcamo e in un garage nella disponibilità del nucleo familiare. E nel supermercato della droga il viavai di assuntori era continuo. “Il migliore basato - si vantavano gli indagati - lo abbiamo…neanche a Manchester”.

Gli acquirenti lo sapevano e facevano la fila: : “Allora mi dai trenta di fumo e dieci di basato”. “Metti sempre i guanti – raccomandava il capobanda - ad un complice incaricato di confezionare la droga – perchè io ci tengo ai miei clienti, ai miei picciotti”. E tra i compratori c' era anche chi voleva lo sconto: “Io vengo qui, ogni due giorni”. Il quarantenne oltre a delineare il “modus operandi”, indicava ai complici anche gli accorgimenti da adottare qualora, negli immobili, fossero arrivati i poliziotti. “Nel caso vedi gli sbirri le dosi le prendi e le inghiotti. Altrimenti sai cosa fai? Te le metti in mano vai in bagno e le butti”.
Nemmeno i precedenti blitz avrebbero fatto desistere il sodalizio che si avvaleva della collaborazione di tre donne che custodivano le scorte di stupefacenti Nel dicembre del 2020, però, le tre pusher in gonnella vennero arrestate dalla Squadra Mobile di Trapani, perché trovate in possesso di 366 grammi di cocaina. E l’arresto aveva gettato nel panico i componenti della banda: “Qui rischiamo sette anni di galera”. Il capo si disperava, invece, per aver perso “trecento grammi di cocco”. Un altro pusher ammetteva che aveva affidato una partita di hashish alle indagate: “Il grosso, però, due chili lo avevo prelevato, lì avevo solo una palla”. L’attività di spaccio, però, non si è interrotta. E’ andata avanti. Fino al blitz della Squadra mobile.

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