La Sicilia scende in piazza per chiedere la liberazione dei pescatori trattenuti in Libia
L'Italia del mare ieri a mezzogiorno si era già fermata per tre minuti
La Sicilia è scesa in piazza per chiedere la liberazione dei 18 pescatori sequestrati in Libia dallo scorso primo settembre dalle milizie del generale Haftar. Manifestazioni si sono svolte a Mazara del Vallo, Palermo, Messina, Catania. I 18 marittimi sono stati sequestrati a 45 miglia da Bengasi, con le mitraglie puntate contro dalle motovedett libiche. I marittimi sono stati sequestrati con i pescherecci Atlantide e Medinea. Sono trascorsi 97 giorni e di quei 18 uomini non si sa nulla, tranne il fatto che sono tenuti prigionieri in una caserma o un carcere di Bengasi, sotto il controllo dei militari del generale Haftar. “E’ il momento in cui diciamo basta – ha detto ieri il vescovo mons. Domenico Mogavero ai familiari dei pescatori riuniti nell’aula consiliare del Comune di Mazara – è il momento in cui diciamo non ne possiamo più ed è ora che chi si sta occupando del caso rompa ogni indugio . Ogni giorno di più aumentano le sofferenze di chi è trattenuto e di chi attende notizie. Liberateli non possiamo ancora più attendere, attendiamo adesso giustizia e umanità ”.
La protesta pacifica è stata organizzata da Antudo, Siciliani Liberi, Attiva Sicilia con il gruppo parlamentare all'Ars, Figli di Sicilia e GenerazioneBastaGià . Obiettivo quello di tenere alta l'attenzione su "una vicenda che pare non rientrare fra le priorità del governo".
Intanto a mezzogiorno di ieri e per tre minuti, hanno suonato le sirene delle imbarcazioni ormeggiate nei porti dell'isola ma non solo anche al molo Bengasi, anche la marineria di Vibo Marina, di concerto con quanto è avvenuto in tutta Italia, ha partecipato all'iniziativa “L’Italia del mare si ferma”, per richiamare l'attenzione sui diciotto pescatori di Mazara del Vallo che da oltre tre mesi sono fermi nei loro pescherecci sotto sequestro in Libia.
A mezzogiorno, per tre minuti, nel porto di Vibo Marina le sirene delle imbarcazioni ormeggiate sul molo Bengasi, hanno suonato e tutti gli operatori del comparto ittico hanno interrotto le loro attività . Anche da Vibo Marina si è alzato un grido che si spera giunga al Governo Italiano e al ministro di Maio, che non danno segnali di vita in questa vicenda, per ricordare che l’attenzione sui 18 marittimi deve restare alta, e che dimostri che il comparto pesca, unito come sempre, chiede la tutela dei propri uomini impegnati ogni giorno nelle fatiche del mare.
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