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La Sicilia scende in piazza per chiedere la liberazione dei pescatori trattenuti in Libia - Trapani Oggi

Mazara del Vallo | Cronaca

La Sicilia scende in piazza per chiedere la liberazione dei pescatori trattenuti in Libia

06 Dicembre 2020 10:21, di Redazione
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L'Italia del mare ieri a mezzogiorno si era già fermata per tre minuti

La Sicilia è scesa in piazza per chiedere la liberazione dei 18 pescatori sequestrati in Libia dallo scorso primo settembre dalle milizie del generale Haftar. Manifestazioni si sono svolte a Mazara del Vallo, Palermo, Messina, Catania. I 18 marittimi sono stati sequestrati a 45 miglia da Bengasi, con le mitraglie puntate contro dalle motovedett libiche. I marittimi sono stati sequestrati con i pescherecci Atlantide e Medinea. Sono trascorsi 97 giorni e di quei 18 uomini non si sa nulla, tranne il fatto che sono tenuti prigionieri in una caserma o un carcere di Bengasi, sotto il controllo dei militari del generale Haftar. “E’ il momento in cui diciamo basta – ha detto ieri il vescovo mons. Domenico Mogavero ai familiari dei pescatori riuniti nell’aula consiliare del Comune di Mazara – è il momento in cui diciamo non ne possiamo più ed è ora che chi si sta occupando del caso rompa ogni indugio . Ogni giorno di più aumentano le sofferenze di chi è trattenuto e di chi attende notizie. Liberateli non possiamo ancora più attendere, attendiamo adesso giustizia e umanitàâ€.

La protesta pacifica è stata organizzata da Antudo, Siciliani Liberi, Attiva Sicilia con il gruppo parlamentare all'Ars, Figli di Sicilia e GenerazioneBastaGià. Obiettivo  quello di tenere alta l'attenzione su "una vicenda che pare non rientrare fra le priorità del governo".

Intanto a mezzogiorno di ieri e per tre minuti, hanno suonato le sirene delle imbarcazioni ormeggiate nei porti dell'isola ma non solo anche al molo Bengasi, anche la marineria di Vibo Marina, di concerto con quanto è avvenuto in tutta Italia, ha partecipato all'iniziativa “L’Italia del mare si fermaâ€, per richiamare l'attenzione sui diciotto pescatori di Mazara del Vallo che da oltre tre mesi sono fermi nei loro pescherecci sotto sequestro in Libia.

A mezzogiorno, per tre minuti, nel porto di Vibo Marina le sirene delle imbarcazioni ormeggiate sul molo Bengasi, hanno suonato e tutti gli operatori del comparto ittico hanno interrotto le loro attività.  Anche da Vibo Marina si è alzato un grido che si spera giunga al Governo Italiano e al ministro di Maio, che non danno segnali di vita in questa vicenda, per ricordare che l’attenzione sui 18 marittimi deve restare alta, e che dimostri che il comparto pesca, unito come sempre, chiede la tutela dei propri uomini impegnati ogni giorno nelle fatiche del mare.

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