Libera a Campobello con i braccianti. Inguì: "Le Istituzioni continuino a trovare soluzioni per questi fratelli"
I rappresentanti dei presidi di Marsala e Mazara del Vallo di LIBERA a Campobello
Ieri mattina grazie alla generosità di moltissima gente, i rappresentanti dei presidi di Marsala e Mazara del Vallo di LIBERA hanno consegnato ai braccianti che risiedevano nella barraccopoli andata distrutta dal rogo della scorsa settimana, generi di prima necessità , viveri, coperte, indumenti. Sul posto a coordinare la distribuzione anche Salvatore Inguì rappresentante di LIBERA Trapani.
"Sappiamo perfettamente - sottolinea Salvatore Inguì - che non abbiamo risolto alcun problema, che le esigenze fondamentali sono altre, ma intanto questo potevamo fare e questo abbiamo fatto. Grazie alla generosità di tante persone di Marsala e di Mazara del Vallo oggi i presidi locali di LIBERA hanno potuto distribuire beni di prima necessità , cibo, coperte, vestiario e scarpe a persone che nell'incendio di tre notti fa hanno perduto tutto. Il materiale donato è più un tentativo di portare un messaggio di vicinanza e di solidarietà ed alleviare almeno per un momento una carenza materiale ma anche il bisogno di relazioni umane. Nondimeno deve continuare l'invito alle istituzioni a trovare una soluzione confacente per l'alloggio di questi che non sono né clandestini e né profughi ma lavoratori stagionali stranieri, molti dei quali vengono in ottobre a raccogliere le olive a Campobello Ma hanno residenze e famiglie in tanti altri luoghi d'Italia. Insistiamo affinché i datori di lavoro trovino la possibilità di ospitare i propri lavoratori all'interno di strutture minimamente adeguate. Dal canto nostro ciò che possiamo fare facciamo assieme a tante altre associazioni ed al volontariato che in questo momento sta cercando di portare aiuti concreti ai nostri fratelli lavoratori".
E dopo il rogo che ha distrutto l’intero campo allestito da lavoratori extracomunitari e provocato la morte di un uomo di origini subsahariana, i migranti sono tornati a occupare l’ex «Calcestruzzi Selinunte» di Castelvetrano.
Hanno iniziato a spostare cenere e detriti, ricostruendo - con legno, plastica e cartone - le baracche per potervi dormire. L'attività è dismessa da tempo.
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