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Paceco | Cronaca

Mafia, confiscati beni per 3 mln di euro a Filippo Coppola

15 Aprile 2016 10:05, di Ornella Fulco
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Beni, per un valore complessivo di 3 milioni di euro, sono stati confiscati, dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Trapa...

Beni, per un valore complessivo di 3 milioni di euro, sono stati confiscati, dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Trapani e del ROS, al boss Filippo Coppola, detto "u prufissure", vicino ai noti mafiosi Vincenzo Virga e Matteo Messina Denaro. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Trapani, riguarda 7  terreni agricoli, 6 immobili adibiti a civile abitazione e a magazzini, un'impresa individuale agricola con sede a Trapani, 13 rapporti bancari e 4 polizze assicurative. I beni erano stati sottoposti a sequestro dai Carabinieri il 13 novembre 2013. Filippo Coppola è fratello di Girolamo Antonino Coppola, funzionario della Regione Siciliana, indagato nel 2009, nell’indagine “Golem”, per associazione mafiosa. Come giudizialmente accertato, l'appartenenza al sodalizio mafioso di Filippo Coppola risale agli anni Settanta, quando tenne a battesimo Vito Sugamiele, nipote del vecchio boss Vito Sugamiele, posizione poi definitivamente emersa nel quadro nell’indagine “Cadige” del 1996 in cui venne arrestato con l'accusa di aver favorito, in concorso con altre persone, la latitanza di esponenti di Cosa Nostra. Sempre nel 1996, nell’ambito dell’operazione “R.I.N.O. fase II”, Filippo Coppola fu nuovamente arrestato e, con sentenza divenuta definitiva nel 2002, riconosciuto colpevole di associazione mafiosa pluriaggravata e condannato a sette anni di reclusione. Le indagini dell’epoca avevano accertato a suo carico la partecipazione ad una serie di attività dirette a dare attuazione agli interessi dell’organizzazione mafiosa, la sua presenza ad almeno una riunione mafiosa, il suo supporto all’organizzazione di una riunione tra esponenti mafiosi del calibro di Vincenzo Sinacori, all’epoca latitante, e di Antonino Melodia. Secondo gli investigatori Filippo Coppola ha avuto un ruolo sempre determinante nelle dinamiche mafiose della provincia di Trapani, continuando anche dal carcere ad esercitare il suo potere all’interno della famiglia mafiosa di Paceco. Nelle indagini confluite nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Palermo a carico di Francesco Pace Francesco e altre sei persone per associazione di tipo mafioso, emerge come, nonostante la lunga detenzione, Coppola avesse continuato a mantenere i collegamenti con i vertici dell’organizzazione criminale, dispensando consigli e direttive per eludere le investigazioni. Filippo Coppola, anche dopo la detenzione e la misura di sicurezza a cui è stato sottoposto - sottolineano gli inquirenti - ha continuato a mantenere saldi rapporti con il clan mafioso d’appartenenza, riscuotendo rispetto e consensi dai partecipanti, come evidenziano, di recente, le costanti frequentazioni con pregiudicati e mafiosi di spessore. Coppola, dopo essere stato sospeso e successivamente  destituito dall’insegnamento a seguito della condanna penale per associazione mafiosa, nel 2004, a pochi mesi dalla scarcerazione, aveva avviato diverse attività commerciali, intestandole a propri familiari, per sottrarle a possibili provvedimenti di sottrazione. L’analisi dei flussi patrimoniali e finanziari ha evidenziato una macroscopica sperequazione nella fase di acquisto dei beni oggetto della confisca, facendo anche emergere un’inspiegabile facilità da parte di Coppola ad accedere al credito bancario con l’erogazione di mutui per oltre 500 mila euro nell’arco di pochi anni. Gli accertamenti delegati dalla DDA di Palermo hanno consentito, inoltre, di verificare l’attuale disponibilità di una villa costruita abusivamente negli anni Novanta e della quale, a seguito di sentenza giudiziaria, era stata disposta la demolizione nel 2008.

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