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Peppe Bologna “ Mi processano? Io processo la città” - Trapani Oggi

Trapani | Cronaca

Peppe Bologna “ Mi processano? Io processo la città”

07 Gennaio 2020 13:52, di
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Bologna portato il 13 gennaio  in tribunale dall’ex sindaco Fazio.

 “L’ex sindaco Mimmo Fazio mi ha querelato per diffamazione sentendosi offeso nella reputazione per alcuni commenti da me esposti a proposito di una lettera inviata ad un periodico locale dall’ingegnere Luigi Lando in merito alla vicenda giudiziaria in cui lo stesso Fazio era indagato per corruzione. In quel commento indicavo una serie di circostanze che si erano verificate a seguito della stessa vicenda giudiziaria  e come chi per un verso o per altro era venuto con lui a contatto fosse stato coinvolto. Fazio si è sentito offeso nell’onore e nella sua reputazione. Da qui la querela. Ebbene – ha detto stamane Peppe Bologna nel corso di una conferenza stampa appositamente convocata – nell’ultimo giorno utile ho depositato in tribunale, tramite il mio legale avvocato Gino Bosco, 177 documenti, di cui otto visure catastali interessanti tra gli altri lo stesso Fazio e l’ingegnere Lando, 13 atti processuali riguardanti Fazio, 5 estratti della Prefettura di Trapani sulle elezioni in cui Fazio era candidato, quindi articoli di stampa riguardanti “La Repubblica”, “La Sicilia”, “Il Giornale di Sicilia”, “Il Locale News”, “Il Fatto Quotidiano”, “TVIo”, “TP24”,  “La Stampa”, Agenzia “Ansa”, “Marsala News”, “Il Sole 24 Ore”,  il blog “Natale Salvo” ed articoli vari, tutti attinenti alla vicenda che vedeva Fazio indagato per corruzione”. Articoli da cui Bologna ha preso spunto nelle sue considerazioni.
Ma non contento di ciò, lo stesso Bologna ha altresì depositato una lista, con venti nomi, di testimoni “di cui intende chiedere l’esame e, nel contempo, indica le circostanze su sui deve vertere l’esame medesimo per ciascuno di essi”.
Un elenco con nomi eccellenti, tra cui spiccano il sindaco attuale di Trapani Giacomo Tranchida, Ettore Morace, Luigi Lando, i giornalisti Aldo Virzì, Nicola Baldarotta, Natale Salvo, Vito Manca, Laura Spanò, Rino Giacalone, l’editore Tv Massimo Marino, l’imprenditore Vito Dolce e l’ex sindaco di Trapani, il generale Vito Damiano.  
Si tratta di soggetti che per Bologna, “a diverso titolo presenti ovvero agenti ovvero informati dei fatti e delle circostanze di tempo e di luogo di cui al capo d’imputazione“ possano riferire“, “sugli accadimenti detti e sul contesto sociale dell’epoca, politico, giornalistico e processuale (del Fazio) nel cui ambito si sono sviluppate le diverse vicende processualistiche hanno riguardato e che riguardano la parte offesa e nel cui perimetro sono maturati i fatti ed il contesto espressamente richiamati dal P.M. nel capo d’imputazione”.
Durante la conferenza stampa Bologna ha accennato anche a rapporti tra Fazio e l’avvocato Vito Guarrasi, figura ai più poco nota, ma che “La Repubblica” in un articolo del 20 gennaio 1988 definisce l'uomo dei misteri, l' inafferrabile suggeritore di mille trame, l' eminenza grigia di ogni affaire politico-economico che si rispetti. Per altri è l'indispensabile consigliere, il tecnico raffinato delle più sofisticate mediazioni, il pilastro necessario di poche e ben selezionate fortune economiche” e su cui i giornalisti Marianna Bartoccelli e Francesco D’Ayala hanno addirittura  scritto un libro “ L'avvocato dei misteri. Storia segreta di Vito Guarrasi, l'uomo dei consigli indispensabili che ha condizionato il potere italiano”. Quanto emerso dalla conferenza stampa mostra chiaramente come Peppe Bologna abbia intenzione non soltanto di difendersi ma di evidenziare "il decadimento della città di Trapani a partire dal secondo mandato del Fazio fino ad oggi".  
Bologna, nell’evidenziare come “per affermazioni ben più gravi non sono stato querelato” e che “non saluto chi fa finta di non vedere. C’è una soglia alla dignità etica e politica." In tanti in conversazioni private hanno avuto da ridire su come questa città è stata amministrata, ma poi si sono tirati indietro. Ebbene, credo che sia venuto il momento in cui ci si debba ribellare, non subire, ma attaccare”. Un processo alla città in cui “l’amministrazione comunale si costituisce parte civile contro dei ragazzini che tirano sassi ai tram ma non contro Fazio”.
Bologna, difeso ed assistito dall’ avvocato Gino Bosco, non ha voluto accennare quale linea difensiva adotterà anche perché non di sua competenza.

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