Pirateria. Smantellata dalla polizia rete nazionale. I capi anche a Trapani
L'operazione, denominata «Gotha», ha fatto luce sul 70% di streaming illegale
Smantellata la più grande rete di pirateria audiovisiva. Anche a Trapani sono state eseguite diverse perquisizioni. Tra gli indagagti un marsalese (A.P., di 35 anni), (è accusato di associazione per delinquere finalizzata all’hakeraggio di sistemi e truffa).
E' stata disposta dalla Procura distrettuale di Catania ed effettuata dalla polizia una vasta operazione nazionale contro la pirateria audiovisiva. I centri operativi Sicurezza cibernetica della polizia postale stanno eseguendo perquisizioni e sequestri su tutto il territorio nazionale nei confronti di appartenenti a una associazione per delinquere di carattere transnazionale. L'operazione, denominata «Gotha», ha fatto luce sul 70% di streaming illegale nazionale che coinvolge oltre 900.000 utenti con profitti di milioni di euro al mese.
Tra le città in cui sono state effettuate le perquisizioni anche Trapani ed ancora: Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Catania, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Novara, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siracusa, L’Aquila e Taranto.
Le persone indagate sono 70.
Le accuse a vario titolo vanno dall'associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato, riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti, danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici, accesso abusivo ad un sistema informatico, truffa, ricettazione, spaccio di sostanza stupefacente, omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio.
Le indagini, avviate dal Centro operativo sicurezza cibernetica di Catania con il coordinamento del Servizio polizia postale di Roma, hanno permesso di delineare l’esistenza di una associazione criminale organizzata in modo gerarchico, con ruoli distinti e ben precisi:capo, vice capo, master, admin, tecnico, reseller. Gli investigatori hanno scoperto che i capi erano distribuiti sul territorio nazionale a Trapani, Catania, Roma, Napoli, Salerno ed all’estero in Inghilterra, Germania e Tunisia.
L’associazione criminale aveva come finalità una serie indeterminata di reati ed in particolare la distribuzione ad un numero incommensurabile di utenti, in ambito nazionale ed internazionale, di palinsesti live e contenuti on demand protetti da diritti televisivi, di proprietà delle più note piattaforme televisive, quali ad esempio Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, attraverso il sistema delle Iptv illegali con profitti mensili per molti milioni di euro. Le condotte illecite sono state consumate in un lungo arco temporale e perduravano sino ad oggi, così come comprovato dalla presenza di operazioni economiche connesse alle attività illegali riscontrate di recente.
Ingenti i guadagni illeciti ricavati da queste attività criminali, i profitti accertati solamente nei mesi di indagine ammontano a circa 10 milioni di euro ma si ritiene che i danni per l’industria audiovisiva potrebbero ammontare ad oltre 30 milioni di euro mensili, considerato che l’operazione odierna ha fatto luce sul 70% di streaming illegale nazionale pari a oltre 900.000 utenti.
Il flusso illegale delle Iptv è stato inibito agli utenti. Nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato numeroso materiale informatico e dispositivi illegali per le connessioni e le attività di diffusione dello streaming.
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