Razza in Procura a Trapani si è avvalso della facoltà di non rispondere
L'ormai ex assessore è arrivato accompagnato dal suo legale
L'ex assessore regionale alla salute Ruggero Razza, accompagnato dal suo legale è arrivato alle 17,10 a Trapani ed è uscito dalla Procura appena mezz’ora dopo. Il tempo di avvalersi della facoltà di non rispondere. Lo attendevano al quinto piano del Tribunale il procuratore aggiunto Maurizio Agnello e le due pm, Sara Morri e Francesca Urbani, titolari delle indagini sull’ultimo, degli scandali della sanità siciliana, quello sui falsi dati trasmessi da Palermo a Roma, dall’assessorato regionale alla Salute all’Istituto Superiore di Sanità e quindi al ministero e alla cabina di regia sull’emergenza pandemica. A Razza stamane è stato sequestrato il suo cellulare, i periti cercheranno altre prove nelle chat di whatsapp.
L’inchiesta della Procura di Trapani sui falsi dati Covid in Sicilia si basa su intercettazioni che sono andate avanti fra novembre e marzo di quest’anno. Tre le persone agli arresti domiciliari, il dirigente regionale Maria Letizia Di Liberti e due suoi stretti collaboratori: Salvatore Cusimano ed Emilio Madonia. Raggiunti da avviso di garanzia, l'ormai ex assessore alla Sanità Ruggero Razza che ha già rassegnato le dimissioni, il suo vice capo di gabinetto Ferdinando Costa e il funzionario che inseriva i dati sul server, sequestrato dai carabinieri stamane, Mario Palermo. Le accuse sono: falso materiale ed ideologico. Contro gli indagati i pubblici ministeri hanno indicato 36 capi di imputazione. Le conclusioni alle quali è arrivata la magistratura trapanese, grazie ad una indagine dei Carabinieri, sono evidenti: i dati della Sicilia sulla diffusione del Covid sono falsi. Il periodo è quello compreso tra il novembre 2020 fino ad oggi, ma c'è il sospetto che andando a ritroso e quindi sin dall’esplosione della pandemia, i numeri sull’incidenza pandemica giunti a Roma non siano stati veritieri. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip di Trapani Caterina Brignone su richiesta del procuratore Maurizio Agnello e dei PM Morri e Urbani. Il Gip ha riconosciuto la fondatezza della ricostruzione dei pm e la necessità di intervenire d’urgenza, dichiarandosi poi incompente – e trasmettendo gli atti a Palermo. Per il Gip, ci si trova di fronte a “un disegno politico scellerato”.
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