Scoperto un telefonino in una cella del carcere "Pietro Cerulli"
Il detenuto rischia da uno a quattro anni di reclusione
Nel corso di una perquisizione straordinaria in una una cella del Reparto Mediterraneo dove si trovano detenuti trapanesi (categoria: Comuni) della casa circondariale di Trapani “Pietro Cerulli” è stato ritrovato un telefonino, marca Alcatel 2003 dual sim di cm.11,8.
Il telefonino era stato abilmente celato all’interno della plafoniera della luce appesa al soffitto della cella.
Nascosto in altro posto all’interno della stanza veniva rinvenuto anche un carica batterie.
"Il detenuto che ne ha rivendicato il possesso – dice il Comandante di Reparto Dirigente Agg. Di Pol. Pen. Giuseppe Romano - è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Trapani e rischia da 1 a 4 anni di reclusione; infatti con l’entrata in vigore del decreto legge n.130 del 21.10.2020 (c.d.
decreto sicurezza bis) è stato introdotto l’articolo 391 ter del codice penale, che punisce l’introduzione e l’utilizzo in carcere di tali dispositivi di comunicazione". "Finalmente la Polizia Penitenziaria - dice ancora Romano - è stata dotata di uno strumento giuridico concreto per cercare di porre un argine al dilagante fenomeno della introduzione e detenzione dei micro telefonini in carcere. Un plauso ai baschi blu del Pietro Cerulli che nonostante le difficoltà operative legate alla carenza dell’organico, continuano nell’incessante opera di bonifica dell’Istituto".
Questo non è che l'ultimo di una serie di ritrovamenti effettuati dai baschi blu negli ultimi anni all'interno del carcere di Trapani. La professionalità degli agenti in servizio però ormai ha raggiunto un grado così elevato che è difficile che questi oggetti rimangano tanto tempo nascosti.
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