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Sequestrati beni per 300 mila euro a due pregiudicati trapanesi [VIDEO] - Trapani Oggi

Trapani | Cronaca

Sequestrati beni per 300 mila euro a due pregiudicati trapanesi [VIDEO]

03 Novembre 2023 09:28, di Laura Spanò
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L'attività svolta stamane da polizia e carabinieri

Beni per 300 mila euro sono stati posti sottosequestro anticipato stamane nel corso di una operazione congiunta tra operatori della Polizia in servizio alla Divisione Anticrimine della Questura e i Carabinieri del Comando Compagnia di Trapani. Si tratta di beni nella disponibilità di due trapanesi Salvatore e Salvatore Pio Di Pietra, padre e figlio, di 45 e 24 anni, entrambi sottoposti alla misura degli arresti domiciliari.

Il provvedimento prevede:  il sequestro preventivo di un appezzamento di terreno di mq 515 sito in una frazione di Valderice ove sono state eseguite abusivamente opere murarie di notevole riguardo quali un’unità abitativa con annessa veranda, un pertinente pergolato in struttura prefabbricata e una struttura in muratura adibita a piscina; 2 imprese individuali che svogono attività di ristorazione senza somministrazione con cibi da asporto con sede in Trapani; 11 auto; 8 motocicli; 1 ciclomotore; 3 conti correnti e 2 rapporti bancari/postali.

Il Provvedimento ablativo è stato emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione su proposta congiunta del Questore di Trapani e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale a carico di due pregiudicatiti trapanesi e questo a conclusione delle indagini condotte da Polizia e Arma dei Carabinieri.

Il profilo criminale di padre e figlio

Il profilo criminale di padre e figlio è emerso già da molti anni perché gli stessi sono stati più volte denunciati o arrestati per il reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, riportando peraltro diverse condanne. In particolare è stato accertato che il padre - oggi destinatario assieme ad alcuni suoi familiari del provvedimento ablativo -  è pienamente inserito nel mondo del traffico di stupefacenti di Trapani ed Erice. Le indagine hanno accertato che l'uomo abbia svolto, tra il 2018-2020, il ruolo di anello di congiunzione con gruppi criminali che operano nel territorio palermitano presso i quali era solito rifornirsi all’ingrosso garantendosi così la costante disponibilità di sostanza stupefacente da piazzare al dettaglio. È riuscito a mettere in piedi un’organizzazione che, "seppur rudimentale – scrivono gli investigatori - è risultata funzionale a garantirgli numerosissime operazioni di vendita di droga in esercizi commerciali a Trapani di cui lo stesso disponeva e dove gli acquirenti sapevano di poter acquistare lo stupefacente previo accordo telefonico per concordare quantitativo e orario”.

A coadiuvarlo in queste attività illecita il figlio 25enne, dallo stesso ritenuto il proprio alter ego nel traffico degli stupefacenti e la cui posizione è sostanzialmente assimilabile a quella del padre. Le risultanze d’indagine hanno consentito di tratteggiare, la figura di un giovane "estremamente propenso all’uso della violenza e delle armi", incapace di contenere i propri istinti criminosi anche in seguito all’applicazione di misure cautelari o di pene detentive. Grazie alle pregresse conoscenze criminali del padre, il giovane è riuscito a realizzare una fiorente e lucrosa attività finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti gestendola progressivamente in maniera sempre più autonoma con la collaborazione di altri giovane e affrancandosi così dal genitore.

“Nel corso degli anni il giovane – scrivono ancora gli investigatori - ha dimostrato di possedere i tipici caratteri della figura del capo pronto a commettere gravi fatti di reato ogni volta che la situazione lo richiedeva sia nei confronti degli acquirenti che non saldavano regolarmente gli acquisti di droga sia nei confronti di gruppi criminali antagonisti potenziali bersagli di azioni criminali del proposto”. Per alcuni di tali reati il giovane si trova in atto sottoposto alla misura degli arresti domiciliari esecutivi La fiorente attività di spaccio di droga ha permesso a padre e figlio di costruire un discreto patrimonio immobiliare e finanziario, frutto del reimpiego degli illeciti capitali conseguiti nel corso degli anni in cui - senza soluzione di continuità - hanno condotto le proprie gesta criminali, insensibili a qualsivoglia provvedimento restrittivo.

Gli stessi, assieme ai propri familiari, per quanto accertato, avevano investito parte degli illeciti guadagni in beni immobili, mobili e in attività imprenditoriali, come due pizzerie. Le indagini patrimoniali, effettuate da personale specializzato della Divisione Anticrimine della Questura e dell’Arma dei Carabinieri nei confronti di padre e figlio, hanno consegnato una rilevante “sproporzione” tra i redditi lecitamente acquisiti e la reale disponibilità economico-finanziaria degli stessi e dei loro nuclei familiari. Le attività commerciali ed i beni sono stati affidati ad un amministratore nominato dal Tribunale di Trapani che ne assicurerà la gestione con l’obiettivo di non disperdere posti di impiego e contratti in essere con terzi estranei al provvedimento di sequestro.

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