Si uccide a Roma uno dei migranti trasferiti dal CPR di Milo
Sulla vicenda è intervenuta la senatrice Ilaria Cucchi
Era stato trasferito nei giorni scorsi dal CPR di Milo, il giovane di 22 anni che si è suicidato presso Centro di Permanenza per i Rimpatri di Ponte Galeria, a Roma. Il giovane migrante era stato trasferito da Trapani a seguito dei disordini e degli incendi che hanno reso inagibile il Centro di Milo. Negli ultimi giorni era provato. Il suo unico pensiero era la famiglia e i due fratellini a cui avrebbe voluto poter inviare del denaro. Ha lasciato un messaggio di addio tracciato su un muro con la cenere di una sigaretta chiedendo che il suo corpo possa essere riportato nel suo Paese.
Dopo aver appreso la notizia della morte del ragazzo, decine di stranieri detenuti nel Cpr hanno dato vita a una serie di incidenti. La polizia è stata costretta a utilizzare anche i lacrimogeni per respingere i ripetuti tentativi di sfondare le porte che dividono un settore dall'altro. Alcuni giovani hanno sfondato due grate di ferro nella parte anteriore del complesso e poi hanno cercato anche di abbattere la porta. Da lì hanno poi tentato di incendiare l'auto della polizia parcheggiata ma le fiamme sono state spente dagli agenti. A quel punto è cominciato il fitto lancio di sassi contro poliziotti e operatori interni.
Alcuni giovani hanno sfondato due grate di ferro nella parte anteriore del complesso e poi hanno cercato anche di abbattere la porta. Da lì hanno poi tentato di incendiare l'auto della polizia parcheggiata ma le fiamme sono state spente dagli agenti. A quel punto è cominciato il fitto lancio di sassi contro poliziotti e operatori interni.
La Scientifica è al lavoro per esaminare i video interni al Cpr per identificare i partecipanti ai tafferugli per i quali potrebbero scattare immediati provvedimenti di rimpatrio. Secondo la Questura un sottufficiale dell’Esercito incaricato con altri colleghi della gestione interna della struttura è rimasto ferito in modo serio durante la sassaiola ed è stato trasportato in ambulanza all’Aurelia Hospital. Il militare è stato sottoposto ad accertamenti medici e si trova in osservazione. Negli scontri feriti anche sei carabinieri che hanno tentato di contrastare la protesta violenta di circa sessanta persone all’interno del Cpr, alcune delle quali avrebbero precedenti di polizia e sarebbero in attesa del rimpatrio, come era stato disposto per lo stesso Sylla.
Sulla vicenda è intervenuta la senatrice Ilaria Cucchi (Avs) vicepresidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama.
“Mesi fa feci un esposto alla procura di Roma, proprio su quella struttura, dopo averla visitata con una telecamera nascosta. Depositai l’esposto e le immagini video sulle condizioni del centro che avevo raccolto. Venni poi ascoltata dal magistrato e non ho ebbi più notizie. Invito la procura di Roma a fare chiarezza su quanto avvenuto questa notte e in generale sulle condizioni di vita in quel Cpr. Perché queste morti non devono più accadere”.
Il centro dovrebbe servire a ospitare i migranti illegali in attesa di rimpatrio. Nel caso del 22enne della Guinea, il rimpatrio sarebbe stato impossibile vista la mancanza di accordi in tal senso tra il Paese africano e l'Italia. I Cpr, scrivono in una nota il segretario di +Europa, Riccardo Magi, e Cecilia D'Elia, senatrice del Partito democratico, "sono luoghi di pura afflizione, se si considera che la maggior parte dei detenuti non saranno mai rimpatriati e prolungare la detenzione fino a 18 mesi come ha fatto il governo Meloni è folle. Chiediamo al ministro Piantedosi di visitare questo luogo e di chiuderlo al più presto", concludono i parlamentari.
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