Attacco hacker al sistema informatico Asl dell'Aquila. Rubati gli esami clinici di Messina Denaro
Sarebbero stati sequestrati esami del sangue e tac
Tra i documenti violati dai pirati responsabili dell’attacco hacker che dallo scorso 3 Maggio, ha messo in ginocchio il sistema informatico dell'Asl provinciale dell'Aquila ci sarebbero anche gli esami medici dei detenuti in regime di 41 bis. Tra questi spicca il nome del boss mafioso Matteo Messina Denaro rinchiuso nel carcere di massima sicurezza del capoluogo regionale dal 17 gennaio scorso e in cura per un tumore al colon.
L'attacco ha praticamente messo in ginocchio il sistema informatico dell’Azienda causando il blocco di molti servizi e prestazioni assistenziali.
Nel caso di Messina Denaro sarebbero stati sequestrati esami del sangue e tac e non le cartelle cliniche: secondo quanto si è appreso infatti queste ultime sarebbero state archiviate in modalità cartacea negli uffici del carcere.
Sono stati trafugati dati su pazienti oncologici e affetti da Hiv, informazioni sulla mortalità infantile, dati personali dei dipendenti e amministrativi per un totale di oltre 500 Giga. Costituita una task force e la vicenda arriva sul tavolo politico: il consigliere comunale Enrico Verini ha chiesto le dimissioni dei vertici dell’Asl 1 e la senatrice del Movimento 5 Stelle Gabriella Di Girolamo ha annunciato un’interrogazione. Il presidente della Regione Abruzzo, Marsilio: “In corso le indagini per identificare nel più breve tempo possibile i colpevoli e le responsabilità ”.
I tecnici e i vertici, coordinati dal direttore generale, Ferdinando Romano, hanno costituito una task force “di pronto intervento di sicurezza informatica” che sta operando a supporto dei gruppi tecnici interni, ma il ritorno alla normalità sembra lontano: nessuno si azzarda ancora a fare previsioni, ma secondo indiscrezioni l’infrastruttura informatica potrebbe essere off line per un mese.
Nel frattempo proseguono le indagini della polizia postale coordinati dalla Procura della Repubblica dell’Aquila.
C’è da sottolineare che la possibile vulnerabilità della rete è al centro di un progetto pilota in Europa che il garante abruzzese per i detenuti, Giammarco Cifaldi, sta portando avanti insieme alla Regione Abruzzo e che prevede un doppio sistema di protezione dei dati relativi alla popolazione carceraria mediante la creazione di un’apposita cartella sanitaria di medicina penitenziaria.
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