Donna chiede ad un conoscente "uccidi mio figlio". Entrambi indagati
La vicenda è raccontata tra le pagine del Giornale di Sicilia
Arriva da Castellammare del Golfo, ma la vicenda coinvolge anche Alcamo. Una donna di 73 anni ha chiesto ad un conoscente di uccidere il figlio, stanca delle vessazioni subite da quest'ultimo. La storia è raccontata da Giuseppe Maniscalchi nelle pagine del Giornale di Sicilia di oggi. Ora entrambi sono indagati. L’ipotesi di reato è quella di tentato omicidio in concorso. Indagata una pensionata di 73 anni di Castellammare e un suo conoscente: un alcamese di 53anni, difeso dall’avvocato Mario Sanacore.
Ecco cosa scrive il collega del Giornale di Sicilia - Giuseppe Maniscalchi - Per entrambi il pubblico ministero della procura della Repubblica di Trapani ha chiesto il rinvio a giudizio. Compariranno davanti al Gip il prossimo 5 giugno per decidere se andranno a processo. Una vicenda sconcertante che risale al mese di novembre del 2023 quando la donna si sarebbe rivolta ad un castellammarese, noto alle forze dell’ordine, chiedendogli di uccidere il figlio. La decisione presa dalla donna perché viveva nel terrore: sarebbe stata spesso offesa, maltrattata e picchiata dal figlio, di 52 anni, disoccupato, che gli chiedeva continuamente denaro.
Stanca di questa situazione si è rivolto ad un castellammarese che ha raccontato tutto alla polizia. Il telefono della donna è così finito sotto intercettazione. Fallito il primo tentativo la pensionata, assistita dagli avvocati Vito Coppola e Domenico Grassa, si è rivolta all’alcamese per cercare di convincerlo a commettere il delitto. Avrebbe dovuto simulare un incidente stradale. Compenso di 8 mila euro ad esecuzione avvenuta. Per far fuori il figlio convivente aveva descritto orari e abitudini. Fallito questo primo tentativo la donna avrebbe fornito anche all’alcamese le modalità con cui l’omicidio del figlio sarebbe dovuto avvenire.
Indicazioni che la 73enne avrebbe fornito più volte sia al castellammarese che ha rifiutato che sia all’alcamese finto adesso davanti al giudice. Secondo l’accusa, soltanto grazie alle indagini avviate dalla polizia si sarebbe evitato il delitto. Invece secondo l’avvocato Sanacore il suo assistito «mai ha posto in essere atti per commettere il reato».
Va sottolineato che il pubblico ministero aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per la donna di Castellammare. Richiesta respinta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale du Trapani. Secondo l’accusa, soltanto grazie alle indagini avviate dalla polizia di Castellammare del Golfo è stato evitato che il piano fosse portato a compimento. Nel corso delle indagini la polizia ha anche effettuato, lo scorso dicembre, perquisizioni nelle abitazioni dei due indagati. La donna per diversi anni ha abitato in Lombardia con il marito morto nel 1987 in un incidente e con i tre figli. E’ tornata a Castellammare all’inizio degli anni ’90 con il figlio che vive con lei, e che avrebbe voluto far uccidere.
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